Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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lunetta, nella Galleria degli Uffizi, rimane sorpreso del muta- 
mento di pensiero tra essi e la pittura: l’ideatore di quelle ma- 
cabre fantasie dantesche di figure strette a tronchi simili a di- 
laniati corpi umanî, sembra abbia composto, scherzando con la 
linea e con i tenui colori, l’agreste idillio della lunetta, nella le- 
tizia senza nubi di un mattino di primavera. 
I piani semplici su cui si stende il colore nel salone di Poggio | 
a Cajano, sempre più si semplificano nelle opere del periodo suc- 
cessivo, ove il chiaroscuro fiorentino sempre più tende a scom- 
parire: nella Madonna con Gesù e Giovannino alla Corsini, il 
fondo di edifici e paese è risolto in una visione di puro colore, 
sorprendentemente moderna; e negli affreschi della Passione 
alla Certosa di Val d’Ema, soprattutto in quelli del Cristo davanti 
a Pilato e del pianto sul Cristo morto, il Pontormo compone 
tarsie colorate di meravigliosa freschezza, disegnando, in ar- 
monia con l’arco della lunetta, festoni di figure tenui appiattite 
su fondi di sottigliezza ideale. I bianchi, che già nella lunetta di 
Poggio a Cajano avevano acquistato speciale valore, hanno in 
questi affreschi funzione d’accento ritmico nei rapporti di tinte. - 
È curioso vedere come lo stesso Vasari, ostile all’atteggiamento | 
del Pontormo verso l’arte nordica, confusamente senta il valore 
della sua speciale visione cromatica. E sebbene gli rimanga 
sempre oscuro il vero Pontormo, l’arido michelangiolista non . 
può sottrarsi al fascino di quei dipinti, ove non è più chiaroscuro, . 
non più sfumato atmosferico, ma solo colore, colore limpido, | 
terso, tenue, in armonia con la bellezza leggermente esotica dei ! 
lunghi steli umani, dei volti muliebri, delicati, minuti, soffusi di ! 
grazia languente. ° 
Alla pala della Deposizione in Santa Felicita di Firenze, i 
mobile intreccio di nastri ove il rosa s’alterna al verde in note p 
di un pallore ideale, son prossimi i tre ritratti, di musico in Casa a 
Guicciardini a Firenze, di giovinetto nella Galleria di Lucca, e F 
d’alabardiere nel Fogg Art Museum di Cambridge, simili di a 
taglio, vicini di tempo, eppure rispondenti a una diversa visione. ’ 
Il confronto fra i tre ritratti mostra al vivo l’irrequietudine, 
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