Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

E mentre l’aggruppamento libero delle immagini nelle antece- 
denti composizioni portava, non solo ad esprimere sentimentale 
raccoglimento, ma a variazioni pittoriche di luce e d’ombra per 
differenze di profondità e di rilievo, nel quadro Corsini, dove 
le forme cominciano a inturgidirsi sui modelli di Michelangelo, 
la disposizione della Vergine e dei due Santi è quasi simmetrica, 
e l’atteggiamento raffaellesco del Bambino resta isolato nel suo 
slancio. Par che, traverso la comune fonte vinciana, qualche 
intonazione correggesca venga a quest’opera e si riveli nel pro- 
gressivo disfacimento della liscia superficie propria alle sue im- 
immagini primitive, nella morbidezza lanosa delle chiome, nell’ac- 
cenno a una linea compositiva leggermente trasversa, in accordo 
con lo sfumato chiaroscuro. La semplice grazia che rendeva at- 
traenti le pitture giovanili del Puligo diventa artificiosa e vuota: 
l’unità di pensiero vien meno tra le sacre immagini; e il virtuo- 
sismo pittorico non s’appoggia più al gusto delicato dei rapporti 
di tinta, di cui il piccolo Maestro aveva dato prova dipingendo 
la Maddalena Borghese. Il rosso, che metteva gli accenti al ri- 
tratto Carnesecchi, qui domina; e se il San Giovannino s’infra- 
gola il giovinetto martire a riscontro s’inebria di rosso. 
Continua la decadenza nella Madonna con Gesù e S. Giovanni 
adulto, della Galleria Pitti (fig. 139), seduta in un interno raffael- 
lesco, che una finestra apre sopra un evanescente brano di paese. 
Sempre più il pittore tende verso un macchinoso raffaellismo, 
contrario alla visione di Andrea; la Vergine, massiccia, for- 
mosa, drappeggiata alla maniera di Raffaello, è assisa in so- 
lennità statuaria, in assoluto contrasto con la scioltezza compo- 
sitiva richiesta dallo sfumato; e l’atteggiamento del putto, li- 
beramente mosso, esce dalla misura di quel compassato e acca- 
demico raffaellismo, che del frainteso prototipo non conosce 
l’anima, il ritmo. San Giovanni, affilato dall’ombra dietro il 
gruppo divino, s’intaglia crudamente nel fondo, senza più la 
soavità di contorni del migliore Puligo. È lo sguardo della Ver. 
gine, fisso in un’atona malinconia, il melenso sguardo del Bam- 
bino, i gesti meccanici, mostrano come, per lo squilibrio portato 
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