Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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angioletti appollaiati sul capitello dei pilastri sorreggono alla 
maniera del Sodoma, e dove la Vergine, tratta dal Vercellese 
nel tipo e nella studiata grazia del gesto, ha di fronte un arcai- 
stico angelo di legno. La scena è ariosa, chiara, aperta alla luce 
dalle grandi arcate; ma anche qui appaiono le incertezze dell’e- 
clettico Maestro tra la figura fissa dell’angelo, il gruppo compas- 
sato della Madonna e di Santa Elisabetta, composto a triangolo 
sul chiaro fondo di paese, e le mosse immagini degli angioletti 
e della Vergine. IL’eclettico maestro, che probabilmente nel 
formare il gruppo della Visitazione ricordò qualche terracotta 
robbiana, nell’atteggiar l’Annunciata al suo gesto di srazia ci- 
vettuola non dimenticò neppure il lontano Trecento e la melodia 
lineare di Simone Martini, da cui derivò la ristretta spira della 
persona e l'incrocio delle esili braccia, la posa lieve di una mano 
che sfiora il collo, delicatamente. Non riesce a trarre da tanti 
elementi un’anima per le sue vacue sorridenti figure, il Cinque- 
centista partito dalla più meccanica imitazione del quattro- 
cento umbro, ma nella Visitazione dell’Accademia dà loro un 
ambiente d’aria, di luce, di spazio, una chiarità d’atmosfera in 
cui è tutto il suo pregio. 
Anche nella pala della chiesa di San Cristoforo a Siena, dove 
l’influenza del Sodoma si estende a tutte le immagini e al pae- 
saggio sfumato d’azzurri su azzurri, persiste l’elemento umbro 
quattrocentesco nella posa di tranquilla dolcezza della Vergine, 
che siede ancora in trono nell’aperta campagna, appena al ri- 
paro di un gonfio baldacchino sorretto da angeli. Soltanto le ul- 
time opere, la Natività della Vergine (fig. 189) e l’Annunciata in 
San Bernardino (fig. 190), ci mostrano nella cerchia degli imi- 
tatori del Sodoma il ritardatario Maestro senese. I drappi abbon- 
danti e morbidi, le forme opulenti, il languido occhieggiar dei 
volti, rispecchiano la maniera molle e accarezzata del V ercellese. 
È tuttavia, gli ambienti in cui si muovono le figure, descritti 
dalla linea con particolaristica cura e sminuzzati, le figurette 
stesse di fondo, che traverso l’impicciolimento ritornano a un’ar- 
caistica secchezza e a una perspicuità di contorni tradizional-
	        
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