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angioletti appollaiati sul capitello dei pilastri sorreggono alla
maniera del Sodoma, e dove la Vergine, tratta dal Vercellese
nel tipo e nella studiata grazia del gesto, ha di fronte un arcai-
stico angelo di legno. La scena è ariosa, chiara, aperta alla luce
dalle grandi arcate; ma anche qui appaiono le incertezze dell’e-
clettico Maestro tra la figura fissa dell’angelo, il gruppo compas-
sato della Madonna e di Santa Elisabetta, composto a triangolo
sul chiaro fondo di paese, e le mosse immagini degli angioletti
e della Vergine. IL’eclettico maestro, che probabilmente nel
formare il gruppo della Visitazione ricordò qualche terracotta
robbiana, nell’atteggiar l’Annunciata al suo gesto di srazia ci-
vettuola non dimenticò neppure il lontano Trecento e la melodia
lineare di Simone Martini, da cui derivò la ristretta spira della
persona e l'incrocio delle esili braccia, la posa lieve di una mano
che sfiora il collo, delicatamente. Non riesce a trarre da tanti
elementi un’anima per le sue vacue sorridenti figure, il Cinque-
centista partito dalla più meccanica imitazione del quattro-
cento umbro, ma nella Visitazione dell’Accademia dà loro un
ambiente d’aria, di luce, di spazio, una chiarità d’atmosfera in
cui è tutto il suo pregio.
Anche nella pala della chiesa di San Cristoforo a Siena, dove
l’influenza del Sodoma si estende a tutte le immagini e al pae-
saggio sfumato d’azzurri su azzurri, persiste l’elemento umbro
quattrocentesco nella posa di tranquilla dolcezza della Vergine,
che siede ancora in trono nell’aperta campagna, appena al ri-
paro di un gonfio baldacchino sorretto da angeli. Soltanto le ul-
time opere, la Natività della Vergine (fig. 189) e l’Annunciata in
San Bernardino (fig. 190), ci mostrano nella cerchia degli imi-
tatori del Sodoma il ritardatario Maestro senese. I drappi abbon-
danti e morbidi, le forme opulenti, il languido occhieggiar dei
volti, rispecchiano la maniera molle e accarezzata del V ercellese.
È tuttavia, gli ambienti in cui si muovono le figure, descritti
dalla linea con particolaristica cura e sminuzzati, le figurette
stesse di fondo, che traverso l’impicciolimento ritornano a un’ar-
caistica secchezza e a una perspicuità di contorni tradizional-