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rocce, le erbe del suolo, le ciocche delle barbe. Il contorno tor-
mentato e irto, specie nelle figure in distanza, e l’effetto lumini-
stico più trito del solito, sembrano indicare una diretta ispira-
zione dall’arte germanica, in questo quadro dove il principio
dei contrasti di tenebre e lampi, degli strappi chiaroscurali, è
spinto ad oltranza, e la tendenza fantasmagorica del maestro se-
nese raggiunge il suo massimo. La maschera demoniaca dell’uomo
urlante in primo piano a sinistra è fra i più tipici esempi, nell’arte
del Beccafumi, di sintesi espressiva, ottenuta con un colpo di
luce e con due archi di tenebre.
Verso la fine della sua vita, nel piccolo tondo della Carità
del Museo Vittoria e Alberto di Londra (fig. 278), il pittore
sembra riassumere in una perfetta armonia di linee ondose,
di forme consunte da un gioco volubile di luce e d’ombra, di
colori cangianti al moto dell’aria, il suo ideale di grazia lieve
adorna. Due macchie vivacissime d’ombra sfaldano, sul lato si-
nistro, il braccio e il busto della giovane donna; e tutta l’ombra
si raccoglie sopra il seggio di roccia, che, a destra, par liquefarsi
alla luce. Dietro l’immagine, bagnata di chiarore perlaceo, s’a-
dagia il paese evanescente, impreciso, come formato d’impal-
pabili sabbie nel molle velo della bruma, sotto il pallor del cielo.
E la vivezza macchiettista del gioco d’ombre e luci in primo
piano, nel rapido scherzoso frastaglio della roccia e delle figure,
trae valore dalla monotonia di quel paese fluido, soffiato entro i
vapori di un fioco mattino. Anche il tipo muliebre, nella sua
leggiadria di bamboletta beccafumiana, tra i profumi e i sospiri
di un’Arcadia precoce, ha una freschezza nuova, una grazia di
farfalla, come ogni elemento della composizione lieve e capric-
ciosa: 1 bimbi teneri nella luce, la mano femminea e il nudino
di putto sospeso nell’aria che lo forma, i virgulti fievoli, che sem-
brano involarsi verso il cielo. Gli alberetti umbri, più slanciati,
più fragili, spuntano intorno alla puerile immagine della Carità,
e sembra riassumano in sè la fresca grazia della scena. I bimbi,
che si rifugiano, impressi dalle stigmate del dolore, nelle braccia
della commossa Carità d’Jacopo da Pontormo, folleggiano come