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lo sellaio (FREY, pag. 244). 1525, aprile — Secondo il VASARI (ibid.), quasi nello stesso tempo
lo che il duca di Suessa, del ritratto Albizi, Sebastiano eseguì quello di Pietro Are-
avrebbe desiderata la sua tino, tuttora conservato nel Palazzo Comunale di Arezzo.
. moglie. Non potendo, si Di Bernardo Accolti, detto l’Unico Aretino, si parla nella
esecuzione, Sebastiano ha lettera a Michelangelo sopra indicata, del 22 aprile:
la sua propria direzione, « L’unico Aretino mi ha facto acetar per haver vista la vostra
Bandinelli nè ad un terzo, littera, cioè la sopra scrita, che tocca a lui esser unico, et non a
Certo Michelangelo dovè me; ma sete ben vui da vero unico sopra lui et tutti gli altri.
sso basta ».
cduta (ibid., CCXXII, pa- Fu bastao
utroti, in data 8 febbraio, 1525, 29 aprile — Dà notizia a Michelangelo (lettera già citata)
be molto cara... »), in modo di aver finita già da due mesi una tavola d’altare con la Fla-
gli scrive, il 22 febbraio, gellazione per Giovanni da Viterbo (Botonti), chierico di ca-
pag. 248). ‘L’opera, però, mera. Vi è questione per il pagamento. Il committente ha
depose l’idea e disse a Se- deliberato di mandare la tavola a Firenze perchè Michelan-
2 le arme et non a marmi gelo la stimi. Sebastiano lo prega di rifiutarsi per non ritar-
z2 aprile: MILANESI, pa- dare il pagamento.
Questa tavola si trova oggi nel Museo Civico di Viterbo,
’ . proveniente dalla chiesa dell’Osservanza, insieme con una
di Anton Francesco degli Se : i ; i
i i; . Pietà, pure eseguita da Sebastiano per il Botonti, già in San
Non più identificabile con e i i
Francesco nella stessa città (V. PINZI, 1 principali monumenti
di Viterbo, Viterbo 1894, pag. 59 segg.). Nella lettera citata,
l'artista scrive: «... patirei più presto mangiare tutti doi miei
1elangelo (FREY, CO figlioli, che farli a piacere de un sospiro... ». Sembra quindi
I Ne rathiomanda At 0 che avesse due figli: Luciano, già nominato e Giulio, di cui
11] Albizi, che verra chostj: i LI : : i
si parlerà in seguito. Luciano deve esser morto presto, perchè
10 (MILANESI, Lettere di Mi- non se ne hanno altre notizie.
tiano compare e amico caris- - |
e per me, ma per più altri 1525, maggio — Lettera di Michelangelo a Sebastiano (MILA-
stra buona fama, un quadro NESI, Lettere di M. A., cit., CCCOXCVII, pag. 446), molto lau-
Anton Francesco degli Al- dativa per quest’ultimo:
to e con allegrezza deside- E PIE - .
“... € più dipoi, anzi infinitamente mi rallegrai circa all’arte,
(LANESI, Les correspondants, udendo dire dal detto capitano [Dini, di cui Michelangelo era
Ev, COXXXVII, pag. 252) Ospite], voi essere unico al mondo e così essere tenuto in Roma.
ori sarà finito Però ancora se più allegrezza si fossi potuta avere, più n’àrei
fichelangelo (MILANESI, OP. avuta. Dipoi visto che il mio giudicio non è falso; dunche non
er Auton Francesco'è finito. i siae più d essere unico, quando io ve lo scrivo, perchè n’ò
ivernicherò Perdonatenme e poni e ècci un quadro [probabilmente il ritratto
razione snscitata dal quadro e izi] qua, Idio grazia, che me ne fa fede a chiunche che
vede lume ».