Voss e dal
RI LA TRADIZIONE DI RAFFAELLO.
VER, Beschrei-
i LEONARDO DA PISTOIA
7gine (Citata LA VITA. - BIBLIOGRAFIA. - L’OPERA: Il debole manierista raffaellesco è
rappresentato dalle figure in colorato cartone del ‘“ Martirio di Santa Caterina”,
si e di Cristo. nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, e della “Vittoria dell’Ar-
cangelo Michele sul demone ”, nella chiesa di Santa Maria del Parto in quella
città. - CATALOGO DELLE OPERE.
[1 Vasarr nella Vita di Giovan Francesco Penni ricorda come
suo discepolo « Leonardo detto il Pistoia per essere pistoiese »,
che lavorò a Lucca, a Roma e a Napoli, dove morì.
Si è pensato prima che questo Leonardo dovesse essere
l’autore della pala già nel Duomo di Volterra, firmata: « Opus
Leonardi pistoriensis 1516»; ma poi, considerando giusta-
mente l’inverosimiglianza che uno scolaro del Penni dipin-
gesse quell’opera nel 1516, quando il Penni stesso doveva
essere assai giovane, e non in condizione di formare discepoli.
si poterono distinguere due artisti, entrambi pistoiesi ed en-
trambi chiamati Leonardo, operanti circa lo stesso tempo,
Quello ricordato dal Vasari è da identificarsi con Leonardo
Grazia, che appunto svolse a Napoli parte della sua attività.
Della sua vita si hanno solo queste notizie:
I502 — Matteo Grazzi sposa in Pistoia Lucrezia d’Agostino da
Pontremoli, da cui ba quattro figli, l’ultimo dei quali chia-
mato Leonardo. (ToLOMEI).
1542 — Dipinge per Diomede Carafa, vescovo d’Ariano, San
Michele Arcangelo nella chiesetta di Santa Maria del Parto
(1542) *.
1 È stato continuamente confuso con il contemporaneo Leonardo Malatesta, pure di
Pistoia. Il MILANESI ha trovato qualche notizia su questo maestro nei libri dell’archivio
pistoiese. Egli nacque in Pistoia da Francesco di Lazzaro Malatesta. Con Domenico di
VENTURI, Storia dell’ Arte Italiana, IX, 5.
IV.
si