emana. Lo ci
1537-39 — Dipinge, per Ferrante Gonzaga, una Pietà. destinata
78; e lettera a Michelangelo del- in dono al Covos, segretario di Carlo V; L’opera dette luogo,
«credo, dimane partirmi et an. per il pagamento, a molte questioni. Inviata in Spagna, si
una signioto et credo star 15 trova oggi ad Ubeda in Andalusia.
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10 Lu e i Rn o a delle provincie di Modena e Parma, Modena 1864, vol. II). L'opera
O commessa prima del 1533, era condotta assai avanti nell’aprile
I 1537 e solo le mancava la cornice in pietre dure. L’artista ne
Ang. (MILANESI, pas. 98) ne fora domandava 1000 scudi, e il Sernini, agente del Gonzaga a Roma,
he però «è quasi simile a quello ne offriva 400 e una pensione per il figlio di lui. :
ga il Buonarroti di portazgliene Si pensò anche (17 ottobre 1 537) di togliere il lavoro a Seba-
stiano e darlo a Michelangelo: finalmente 1’8 ottobre 1539 l’opera
pastiano aveva indotto il Papa fu compiuta, e, siccome era molto pesante, si dovè noleggiare
i Ì fi o una fregata che venisse a prenderla ad Ostia per pottarla in
izio Finale della Sistina a Mi Spada
arato il muro in modo adatto.
olte esitazioni, dichiarò infine 1537, 3 maggio — Ti una delle lettere relative all’opera citata,
> a fresco e fece distruggere la si parla, sfavorevolmente, di un Cristo Pportacroce eseguito
arebbe questa la fine della cor- da Sebastiano per il conte. di: Cifuentes; ambasciatore. di
i (VasaRt, loc. cita, pag. 564 © Carlo V in Italia. Non identificato.
ed. 1922, vol II, pagg. 197-98).
1537 — A detta del MILANESI (Note al VASARI, OP. Cit. Vi, 575)
helangelo. in questo anno Sebastiano tenne a battesimo Adria, figlia
08) Sebastiano gl’invia la musica di Pietro Aretino.
posti.
pisa di andare a Firenze al seguito 1537 — L’Amati dice che in quest’anno l’artista fece testamento,
ma il 16 agosto (ibid. pag. 112), nel capitolo de’ Tedeschi all’Anima (v. più oltre).
la terzana e che della partenza
ra a Michelangelo (ibid., pag. 116) 1537 — Sotto il pontificato di Paolo III (dal 1534) cominciò
bra essere stato effettuato. anche i ritratti del Papa e di suo figlio, il duca di Castro, oggi
elangelo ricorda (VASARI, ed. cit., perduti.
SI) di avere avuto da Sebastiano
Miniato al Tedesco a vedere il 1539 — In una lettera (18 ottobre) relativa alla Pietà per il
Gonzaga (Camroxrr, op. cit.) si parla di un ritratto di Ferrante
romane di Momo, Roma 1872 Gonzaga, eseguito da Sebastiano parecchi anni prima. Si
tiano si sarebbe comprato una pensa che il Vasari accenni a questo, quando parla, errando,
como». La notizia, per quanto di uno di Piero Gonzaga. Quest’opera era copiata, nel 1539,
1, sembrerebbe attendibile cor dal pittore pratese Domenico Giunti divenuto, l’anno se-
1a che l’artista possedeva una guente, architetto di Ferrante.
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