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LA TRADIZIONE DI RAFFAELLO.
LIVIO AGRESTI DA FORLI
LA VITA. - BIBLIOGRAFIA. - L’OPERA: Schema compositivo grossamente
ricavato dagli esempi di Raffaello tardo; convenzionalismi di forma e di co-
lore. - Riflessi di forme raffaellesche e michelangiolesche nei precedenti affre-
schi dei ‘“ Miracoli di Cristo ”, in una cappella della chiesa di Santo Spirito
in Sassia a Roma. - L’“Offerta di Pietro d’Aragona ai legati di Eugenio III ’”
nella Sala Regia, esempio tra i migliori della maniera romana propria
al pittore. - La “ Deposizione ” della pinacoteca Civica di Forlì, e il tentativo
dell’Agresti romanizzato di ritornare a quella ricerca d’effetto pittorico
che aveva principalmente informate le prime sue opere, antecedenti al viaggio
a Roma, per esempio il quadro raffigurante i “ Vescovi Colombini ””’ nella
chiesa dello Spirito Santo a Ravenna. - CATALOGO DELLE OPERE.
2 — È ignota la data di nascita del pittore forlivese che fu
soprannominato il Ricciutino. Fu educato nell’arte da Fran-
cesco Menzocchi.
1550, agosto — Prime notizie di lui.
1557 — Fece per Amelia una Crocifissione con San Francesco
e Santa Olimpiade, firmata e datata.
1557 — Dipinse, in una cappella del Duomo di Forlì, istorie
della Genesi. Fu in seguito a Ravenna, ove fece, secondo il
VASARI, alcuni affreschi, allogatigli dall'abate Grassi, nella
chiesa dello Spirito Santo. Per questa stessa chiesa dipinse
la pala d’altare con gli Arcivescovi Colombini.
1560 — Colora, per il Duomo di Terni, una Circoncisione con
grandi figure, datata.
1560 — A. Narni, nella cattedrale. di San Giovenale, dipinge
Cristo che consegna le chiavi a San Pietro, in una tela che
porta l’iscrizione: « Livius Agrestus foroliviensis faciebat 1560 ».