Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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a dettare. Una cortina separa le due figure accanto al tavolo dal 
colonnato e dallo sfondo di paese; una terza figura s’affaccia nel- pattezza 
l’ombra del loggiato. Ma il concetto realistico del ritratto in azione, in auree n 
forse d’origine fiamminga, non allontana il pittore da quella 
tendenza alla grandiosità, all’imponenza formale e scenica che 
appare sin dalle prime sue opere; anzi, la stasi assoluta degli 
atteggiamenti, in accordo con la gravità architettonica delle 
masse, si risolve in un ritmo tranquillo e solenne, veramente 
romano. Le mani morbide dei due personaggi in primo piano, e 
specialmente la destra del prelato, sembran modellate sugli 
esemplari raffaelleschi della prima Stanza; e proprii alle immagini 
del Sanzio sono il portamento della testa pensosa, e la calma 
lentezza dello sguardo, ove par giunga, in contrasto con l'energia 
dei lineamenti, un lontano riflesso della spirituale altezza del 
Cardinale Alidosi al Prado. 
Ma se nella composizione Sebastiano è qui un precursore del 
tardo Raffaello, e nella figura s’ispira all’ideale nobiltà delle 
immagini ritratte dall’Urbinate, la vita pittorica del quadro ri- 
mane puramente veneziana. Fluisce il colore bagnato di luce 
nel morbido tessuto dell’ermellino, come d’argentea spuma; 
s’ammollisce di fresche ombre il paese, in cui brilla soffocato 
l’oro dei fondi tizianeschi, e in un umido velo atmosferico si 
plasma la testa del terzo personaggio, intenerita dall’ombra del 
loggiato. Nel colore morbido e penetrato di luce, Sebastiano del 
Piombo rimane dunque, anche entrando nella cerchia di Raf- 
faello, uno schietto rappresentante della civiltà veneta. 
Ma più, questo splendore cromatico, contenuto in una tri- 
stretta gamma di tinte, brilla in due capolavori: il così detto 
Uomo ammalato della Galleria degli Uffizi (fig. ro) e il Violinista 
della raccolta di Alfonso Rothschild. Il titolo venne forse al primo 
quadro dell’atmosfera che avvolge di cupa ricchezza il genti- 
luomo in vesti suntuose. Ma la bella immagine, affilata dall’ombra, 
che di sbieco rade il volto girato verso destra, s’erge agile e ga- 
gliarda; e dagli occhi sfavilla, in un contenuto sorriso, il raggio sfeta verde 
di una vita serena e sana. Il colore delle carni non ha, qui, la com- Stoffe è cari 
Giorgior
	        
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