enorme cartello, la Vergine del Rosario in un’aureola incorni-
ciata da cherubi, tra i $s. Domenico e Tommaso, Caterina e Apol-
lonia che l’assistono ai lati, spiccando su roseti, mentre in alto,
con cartelli e corone, turbinano angioletti libellule, e, sulla terra,
pregano il Pontefice sotto l’aureo baldacchino, l'Imperatore
sotto lo stendardo, i due coniugi committenti nel primo piano,
ancora più piccoli, sperduti presso un gran canestro di rose.
Il cartello sacro, concepito col talento decorativo di un minia-
tore, mostra la derivazione pittorica da Giulio Romano, special-
mente nelle figure delle Sante. Meglio si riconosce l’influsso di
Giulio nella Madonna col Bambino (fig. 460) in Santa Caterina
dell’Olivello: tra i ruderi di Roma antica, in un paese classico,
davanti a una colonna fasciata da pampini con grappoli, siede la
Vergine abbracciata dal suo putto forte romano. Un raggio del-
l’arte raffaellesca illumina, come di sole al tramonto, il gruppo
sacro, chiuso tra linee fluide, carezzevoli alla lombarda, più che
tra quelle statuarie di Giulio Pippi.
Un’altra composizione tutta in superficie, a mo’ della gran pa-
gina miniata della Madonna del Rosario, senza ricerca di effetti
plastici, è lo Sposalizio della Vergine nel Convento della Gancia
(fig. 461), grande frontispizio a colori, grato per la ricchezza
decorativa ottenuta dallo sfondo architettonico festoso, dai
marmi policromi, dalle ghirlande di verzura, dalle figure composte
a festone, di cui è centro la dolce immagine di Maria. La varietà
delle pose di tre quarti e di profilo aumenta il luccichio delle
vesti, dietro la figura ammantata di scuro del committente, che
richiama ancora, nella fissità della posa, nel rigido profilo del
volto, nelle mani congiunte entro il berretto, i primitivi ritratti
lombardi.
Anche nella Deposizione (fig. 462), pur traendo dallo Spa-
simo di Sicilia della bottega di Raffaello, il classicismo deli-
cato dei tipi muliebri, Vincenzo da Pavia vede con occhio di mi-
niatore. La Croce, con le scale appoggiate e i portatori di Cristo
che dall’alto lo calano, vagamente ricorda lo schema delle De-
posizioni dipinte dai seguaci di Michelangelo; ma ogni effetto
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