gioni di sogno in cui la sua arte vive, par abbia trasfuso il pro- prote dix
prio ideale d’elezione umana, di bellezza serena, non tocca dai hei
mali della terra, nel Violinista (fig. 11) della raccolta Rothschild. spazio.
Tutto qui sembra creato al soffio della grande arte di Giorgio
da Castelfranco: la posa del bellissimo adolescente, di tre quarti
la testa, di tre quarti da tergo il busto, così da offrire vaste e
placide superfici al colore, il puro ovale del volto, i lineamenti
profilati e fermi, l’ombra plastica che dalla radice del naso cade
sull’angolo dell’orbita, il taglio del parapetto marmoreo, dise-
gnato su quello del ritratto di Giorgione a Berlino. Il tondo ber-
retto aureola d’ombra, sul chiarore velato del fondo, la testa
soave e risoluta insieme, con lo sguardo sognante, il mento
deciso, la bocca morbida, ove par che l’adolescenza abbia impresso
un suggello di carezzevole grazia. Con l’archetto nella sinistra, il
musico fanciullo sembra volgersi in ascolto; e la curva del braccio,
ripetuta da sincrone curve di pieghe, chiude l’agile persona come
in un fluido vortice di suono. Valor pittorico e valor plastico
si fondono in un insieme d’impareggiabile armonia, in questo
ritratto che ci appare accanto alle più grandi e, potremmo dire,
simboliche immagini dell’umanesimo cinquecentesco, accanto al
giovinetto di Giorgione e alle raffaellesche creature di sogno.
Par che l’atmosfera ammorbidisca e veli la sua luce d’oro, che
la linea delle pieghe s’incurvi per diffondere attorno, com’eco,
la tenera grazia del volto. Ed entro l’ampio giro di curve, da cui
s’innalza il fiore umano nella sua bellezza fiera e soave, riecheg-
giano i ritmi profondi del genio di Raffaello, pittore della seconda
stanza vaticana.
Nel ritratto del Cardinale del Monte, tra i capolavori del Scha
Museo di Dublino (fig. 12), Sebastiano rinuncia al fondo atmo-
sferico dei due precedenti ritratti per accentuare, con gn gran- da Raffac]
dioso scenario architettonico, la monumentale impostazione del all'ultima
personaggio. Seduto a un tavolo, con una carta tra le dita della COME RA
destra, il prelato s’innalza entro una stanza con pilastri d’ordine
; mento di s
toscano, che mettono in risalto per la verticalità delle linee l’ar- fametrica a
rotondata mole corporea. Qui Raffaello domina: l’acuto inter-
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