344 —
1582, 1 dicembre — Il Papa (così il Falcucci al duea) ha proi-
bito di cassar la condanna e richiede lo Zuccari per due mesi
a Roma.
1582, 6 dic. — Il duca scrive che Federico non vuol andare a
Roma, ma invece si teca a Loreto, pur chiedendo la cassa-
zione della condanna, onde recarsi a Roma quando vorrà
lui.
1582, II dic. — Il residente replica che il Papa non vuol cassare
la condanna.
1582-1583 — Federico lavora a Loreto.
1533, 3 gennaio — ‘Trattative con la corte spagnuola per mezzo
di Pompeo Leoni (BABELON, Revue de l’art, 1920, p. 263 ss.).
I583, fine di marzo — Federico decide di tornare a Roma a ri-
veder la famiglia e rendere omaggio al Papa per la « grazia
fattagli », vale a dire la cassazione della condanna.
1583, 31 marzo — Il duca scrive parlando di questo e lo racco-
manda allo Scalco Ghiselli, perchè lo liberi dalle preoccupa-
zioni e gli dia modo di tornar tranquillo a Loreto. Si fermerà
a Roma non più di quindici giorni.
:583, 14 aprile — Lo Zuccari scrive da Roma al ministro del
duca, dicendosi arrivato da una settimana e parlando dei
lavori di Loreto.
1583, 4 maggio — Il Falcuceci scrive al duca che, mercè lo Scalco,
Federico ha avuta ottima accoglienza dal Papa e il permesso
di continuar l’opera di Loreto. Assicura che partirà il giorno
di poi, lasciando a Roma la famiglia.
1583, 8 maggio — Il duca prega il Falcueci di ringraziare lo Scalco.
1583, 14 giugno — Lettera di Federico Zuccari. Dice di aver
5 4 81u8
ordinato gli angeli di stucco per lo Sposalizio e la Visitazione,
a Loreto (gli stucchi erano di Lattanzio Ventura), e parla delle
dorature, però mai fatte. (Per questo carteggio: RusrtIcI,
Gli afjr. di F: 4. a Loreto in Rass. Marchis., 11, 1923-24, p.
133 ss.). Lo stesso giorno descrive le figure allegoriche che