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nel mondo romano allo scorcio del secolo, e che sembra abbia
voluto bandire dal regno dell’arte la fantasia, ispiratrice perenne
degli artisti creatori !.
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Michelangelo Carducci (1535 c. 1574 c.), pittore nursino?,
dimostrò a quale aberrazione del gusto abbia potuto giungere
l’Accademia michelangiolesca-raffaellesca con la Resurrezione di
Lazzaro (fig. 545), dipinta nel 1560 per la chiesa di San Bene-
detto a Norcia. In uno scenario confuso, ove la siepe delle figure,
i goffi edifici di cartapesta, il cielo fosco, non riescono a coor-
dinarsi nello spazio, nè a dare, traverso il meccanico impiccioli-
mento delle cose, la minima idea di sfondo, il manierista umbro
addensa i personaggi, a preferenza tratti dagli esempi del Buo-
narroti, di cui son copie informi la figura bitorzoluta di Lazzaro e
quella del suo sostenitore. Fra tanti campioni di un turpe michelan-
giolismo, che raggiunge anche i ventruti personaggi in distanza,
appaion figure in mosse leziose: il Cristo che dondola sul fianco
come l’Eva del Sodoma, il boccheggiante Apostolo che dietro lui
discorie con un truce San Paolo, e in primo piano Marta stampata
sulle pose statuine del tardo Raffaello. Tutti i personaggi, di car-
tapesta, han lineamenti secchi, marcati d’ombre crude, volti
1 Vasta è l’opera del Nebbia: a Castel Gandolfo, nel Casino Torlonia, a pian terreno,
stucchi, musaici, dorature, attribuiti a lui e a suoi collaboratori (G. Moronr); a Loreto,
nel braccio destro- del transetto, prima cappella con Storie del Battista (R. BORGHINI);
a Orvieto, pitture nel Duomo; a Pavia, nel Collegio Borromeo, affreschi nel soffitto del
salone, secondo il Voss, in rapporto con quelle degli Zuccari a Caprarola; a Roma si
vedono suoi dipinti in $. Giacomo degli Spagnoli, in $. Giovanni Laterano, in $. Maria
degli Angeli, in $S. Maria Maggiore, in Santa Maria dei Monti, in $. Maria sopra Minerva,
in $. Pietro Vaticano, in $an Silvestro al Quirinale, nelle chiese di $. Spirito in $assia, di
S. Susanna, della Trinità de’ Monti, e inoltre negli Oratori del Gonfalone e in quello detto
del Crocifisso a $. Marcello al Corso, nei palazzi Lateranensi, Quirinale e Vaticano. Infine
a Viterbo, nella chiesa di $. Francesco, è di lui un’Adorazione de’ Magi, sopra l’altar
maggiore.
2 Di lui sappiamo che dal 1555, 4 dicembre, al 1556, 9 marzo, ricevette pagamenti per
gli affreschi della cappella della $$. Icona nel Duomo di Spoleto; che nel 1560 segnò con
questa data la Resurrezione di Lazzaro a Norcia, in San Benedetto; che nel 1562, 8 luglio,
compì le pitture nella chiesa della Misericordia a $pello (le due prime notizie son date dal
SORDINI, Michelangelo, Carducci, pittore nursino del XVI secolo, in Bollettino d’ Arte, dicem-
bre 1909; l’ultima notizia dal GUARDABASSI).
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