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si ib FILIPPO. BELLINI.
- Tra le opere primitive di Filippo Bellini ! possiamo ricordare
* il Fidanzamento di Santa Caterina nell’Arcivescovado di Urbino
e (fig. 554), ove non si scorge traccia di un’educazione formatasi
è inmagii, sulle opere di Federigo Baroccio, se non forse nel vago correggismo
i della testa di San Giuseppe, sfumata di luce ai contorni. L'in-
sieme dà l'impressione d’opera propria a pittore ritardatario,
che si faccia amare nonostante la sua mediocrità per la timidezza
pensosa degli aspetti e per la semplicità della messa in scena,
col piccolo Gesù in piedi sopra uno sgabello tra le esitanti im-
è da Si Battista magini di Santa Caterina e della Vergine e il gruppetto appiat-
tito degli angioli cantori seduti sul pavimento. Sul fondo scuro
s’attenuano, s’appiattiscono le sacre figure, di profilo, di fronte,
da tergo, timidamente chiaroscurate, e timido come gli aspetti
è il colore scialbo, accarezzato di penombre. Più che del Baroccio,
è as lati della par sia penetrata in quest’opera qualche reminiscenza dell’arte
a romagnola erede di Francesco Francia, e forse della scialba ma-
niera propria al ravennate Luca Longhi.
Anche sulla fine del secolo, dipingendo per la Santa Casa
di Loreto la Circoncisione ora nel Museo (fig. 555), tra le sue
opere migliori, Filippo Bellini, agli elementi del Baroccio, palesi
ipa in qualche cangiantismo della colorazione fioca, in qualche tipo
i neocorreggesco, quale il San Giovannino accennante, e soprat-
1 Nacque in Urbino tra il 1550 e il 1555; ricevette un acconto dalla Compagnia del
Corpus Domini per un Crocefisso nel 1576, condusse lavori per l’Oratorio della Morte sin dal
1581, affreschi grandiosi, compiuti al principio del 1583, oggi distrutti. Dipinse in Urbino
lo Sposalizio di Santa Caterina (ora nel palazzo dell’Arcivescovado). Lavorò nelle Marche,
a Montalboddo, ove lasciò affreschi con il Martirio di San Gaudenzio, a Osimo, a Loreto,
a Jesi, a Fabriano, ad Ancona. Quivi. dipinse 1a cappella del $$. Sacramento in Duomo
con la Storia dell’ Eucaristia, e, nel 1586, lo Sposalizio della Vergine. Nel 1592 fu chiamato
a Recanati, per dipingere una cappella in Sant’Agostino e un quadro d’altare; nel 1595,
a Jesi, per la pittura del Duomo col Santo Precursore che predica alle turbe; nel 1597, a Ma-
cerata, per la chiesa di Santa Croce e per la Cattedrale; dal 1598 sino al maggio del 1602,
lavorò in Fabriano per l’Oratorio della Carità. Morì nel 1603 ad Ancona.
Bibliografia su Filippo Bellini: È. CarzInI, Filippo Bellini, in Rassegna bibl., sudd.,
XI, 1908, p. 165 e segg.; ID., XVI, 1913, p. 161; Rassegna Marchigiana, 1, ottobre 1922,
settembre 1923, p. 292; CARLO ASTOLFI, nell’Unione, 31 maggio 1903, Macerata.