Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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FERRAÙ FENZONI O FANZONI O FAENZONI. 
Il faentino Ferraù Fenzoni!, a Roma, nei due affreschi della 
navata di Santa Maria Maggiore raffiguranti il Sogno di Giuseppe, 
la Fuga da Betlemme e il Ritorno dall’Egitto, si distingue per il 
fiorito effetto decorativo di superficie a trafori, con nubi aperte 
su squarci di azzurro. L’intenerimento del colore lascia traspa- 
rire qualcosa di baroccesco; e la gamma chiara s’accorda con 
la composizione sparsa e leggiera. 
Lungo le pareti di una delle minori scale nell’edificio della 
Scala Santa, nel dipinger l’affresco con l’Adorazione del serpente 
di bronzo, il Fenzoni fa invece campeggiare con forza scultoria 
poche figure atletiche in grandi gesti costruttivi di spazio. Seb- 
bene l'intonazione rosa biondo sia sempre baroccesca, e il roton- 
deggiar del segno richiami la maniera del Genga, qui verso Mi- 
chelangiolo si tende la volontà dell’artista. 
È curioso vedere come a Todi, nella composizione del Giu- 
dizio finale (fig. 561), Ferraù trasfiguri i ricordi romani. Lo spunto 
dalla Cappella Sistina si riconosce in certi atteggiamenti formali, 
ad esempio nel gesto di Cristo, nel torcersi a spira di qualche 
muscoloso angiolo su in alto; e anche in molti motivi della com- 
posizione: il gruppo centrale degli angioli tubicini, sotto il gruppo 
divino; Sant'Andrea con la croce, a sinistra dell’Eterno; grap- 
poli d’angioli e di dannati sparsi nello spazio, Minosse nell’in- 
ferno, in angolo a sinistra, e su in alto, sopra la porta della chiesa, 
Caronte. Le frasi del linguaggio dantesco di Michelangiolo sono 
inserite nella pagina del Romagnolo, quasi nello stesso ordine 
del prototipo, non senza, forse, qualche richiamo qua e là al Si- 
gnorelli di Orvieto. Ma il suono delle frasi dantesche è mutato: 
il poema tragico si trasforma, nonostante la rappresentazione 
1 N. in Faenza nel 1562, m. nel 1645. Secondo il Titi, fu scolaro di Francesco Vanni, 
secondo il Voss seguace del Lilio; e invero le pitture della Scala Santa e della navata mediana 
di Santa Maria Maggiore rivelano l’influsso della scuola del Baroccio. Cfr. VALGIMIGLI, 
Cenni biografici intorno al Cav. Ferraù Fenzoni, in Atti e Memorie della R. Dep. di Stor. patr. 
per le Romagne, serie 2, vol. 1, 1875; MESSERI-CALZI, Faenza, 1909.
	        
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