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CESARE GRAZI.
La degenerazione della maniera baroccesca si rispecchia
nelle pitture di Cesare Grazi!, se veramente gli appartiene la
Presentazione di Gesù al tempio nella chiesa dei Servi a Rimini,
datata 1583 (fig. 566). Le figure angolose e cartacee e il fare
calligrafico presentano qualche affinità con la maniera di Filippo
Bellini, ma il Riminese dalle mascherette ilari è inferiore al mae-
stro marchigiano. L’imitazione del Baroccio si stampa special-
mente nella figura di donzella con le colombe e nel meccanico
cangiantismo dei colori; ma l’inesperto seguace, che non riesce
a indicar il volger di tre quarti dei volti, è subito riconoscibile
nel ripetersi di facce ammaccate e camuse, nel buffo stirarsi di
labbra al riso, nell’irrequietezza degli occhi strabici. Par com-
ponga la cerimonia sacra per una recitazione di Carnevale, di
cui sia protagonista il puttino dal riso burlesco. Alla contraffa-
zione involontariamente comica di volti e di corpi sorretti dalle
vesti cartacee partecipano anche gli angioletti in alto, che sono
nel quadro la nota pittorica più viva.
1 Scolaro del Baroccio, egli eseguì, l’anno 1589, per la chiesa del Suffragio di Rimini,
una copia della Deposizione di Senigallia.