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GIÒ,. LAURENTI o LAURENTINI, DETTO. ARRICONI
Altro notevole rappresentante del baroccismo in Romagna
è Giovanni Laurenti, detto Arrigoni, autore di una serie di tele
per la decorazione del soffitto nella chiesa di San Giuseppe a
Rimini. Entro ovati racchiusi da semplici cornici architettoniche
di profondo risalto chiaroscurale, profeti e sibille s’adagiano, si
stendono proni, s’aggiran sul fianco reggendo libri e tabelle o
scrivendo motti profetici su lastre di marmo. Genietti s’affac-
cian dai fondi scuri con piglio imprevisto e capriccioso.
Si scorge, in alcuni di questi ovati, la fatica del compositore
nell’adattar alla cornice oblunga le persone, stiracchiandole,
comprimendole, deformandole; ma il taglio delle forme a larghe
spezzate sfaldature, l’effetto luministico ora intenso e squillante,
come tra le superbe pieghe fossili di un panneggio di Profeta
(fig. 567) teso, ora finissimo come nelle tenui intelaiature di
luce da cui esce una Sibilla (fig. 568); la grazia scherzosa dei
putti impastati di malizia correggesca, son manifestazioni di
una personalità vivace e dotata, che oltre l’arte del Baroccio
ha conosciuta indubbiamente quella del Correggio e dei deco-
ratori correggeschi del duomo e di San Giovanni di Parma. Ben
chiara è l’ispirazione dal Correggio e dal Parmigianino nella
composizione dei gruppi, specialmente di quello già citato di
Sibilla col putto pervaso di gravità comica nel suo ufficio di
segnalibro vivente, e dell’altro di David (fig. 569) con due genietti,
l’uno dei quali si avvolge a correggesca spira mentre il com-
1 Giovanni Laurenti o Laurentini, detto Arrigoni, nato a Sant’Agata nel 1550, m. a
Rimini nel 1633, lasciò molte opere a Rimini. Contrasse, nel 1581, con la Società di San
Giuseppe in Rimini, l’impegno di dipinger la fronte della chiesa dedicata alla Madonna
del Popolo, ora San Giuseppe (GEROLA, in Felix Ravenna, fasc. XIX, 1915); ma le pitture
furono eseguite posteriormente al portale ch’esse circondano. Compì, nel 1600 circa, morto
G. F. Modigliani, gli affreschi dell’Oratorio del Rosario in Rimini; e tra il 1600 e il 1601,
per la chiesa della Confraternita di San Giuseppe, s’adoprò alla sistemazione architetto-
nica dell’interno, all’Oornamentazione in stucco, al soffitto in tela con gli sfondi in legno,
e finalmente alla dipintura dell’affresco della facciata (cfr. P. Fr. CENT. MARIA RIGHINI.
ms. presso il cav. Carlo Piancastelli a Fusignano).