verso l’altare: gli scorci malsicuri portano lo squilibrio in tutta
la scena. Ovunque è un crudo luccichìo di rasi tra le ombre fu-
mose, sulle pieghe dei drappi cartacei; anche le carni son tese
e lustre, bucate dall’ombra nelle maschere di cartapesta dei vec-
it chi in primo piano, con le accentuazioni realistiche proprie al-
Cagna l’Aliense. La fantasmagoria del mondo tintorettesco rimane
E estranea a questa barcollante costruzione, come la trama argen-
‘os effetti tea dei bianchi di Paolo perde ogni preziosità nel manto che
copre una figura in fondo a destra, inciso da pieghe dure, ina-
ridito.
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