Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

SE MA = 
in ombra il pianto delle Marie. Luce e colore, nella loro distribu- 
zione e nella loro qualità, rispondono a un concetto piuttosto 
sentimentale ed elegiaco che puramente pittorico. 
Qualche traccia molto visibile d’inesperienza tecnica non 
riesce ad alterare il fascino di una composizione così sobria e pacata 
d’effetti. Incorporee nell’ombra, staccano in luce le figure dal 
fondo con imponenza di volume; e un ritmo preciso e piano re- 
gola i movimenti dei portatori, l’abbandono della salma, quasi 
raffaellesco. La scena si svolge nel silenzio, con sacra emozione; 
anche l’ombra della Vergine, protesa verso il figlio, non turba 
la pace dei funebri. 
Il Crocefisso di Padova (fig. 94) è un’altra rivelazione di per- 
sonalità delicata e profonda nel senso elegiaco del colore, nel 
cielo grigio che all’orizzonte si schiara di un malinconico crepu- 
scolo rosa-viola, nelle carni del Cristo ombrate di grigio, nel 
bianco spento del pannilino sui fianchi. Anche il rosso del manto 
di San Giovanni è opaco, e il manto della Vergine prende una 
tinta indefinibile tra il violaceo e il bronzeo, in accordo col pallore 
del volto. 
Delicata è la modellatura del Cristo, tornito in puro avorio, 
portato in alto dalla croce sottile, con due tocchi di luce sul volto 
chino nell’ombra di una corona di spine, come irto cappuccio 
da cui sfuggan bagliori. Il grido selvaggio della Vergine e di San 
Giovanni, l’agonia degli occhi aperti di Cristo, si disperdono nel 
soffio di delicato lirismo che spira dalle linee raccolte, dal color 
silenzioso, dal grigio sconfinato del cielo sulla terra deserta e de- 
solata. Nessuna fra le tante opere del mediocre maestro può in 
qualche modo approssimarsi a queste due di eccezione, ove Pietro 
Damini strappa al colore e alla linea qualche accento sublime. 
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