PAOLO PIAZZA!
Fe Un altro maestro di Castelfranco, Paolo Piazza, nella vasta
Beda composizione, firmata, della chiesa di San Paolo, raffigurante
di San Silvestro che battezza Costantino (fig. 95), trae dal Tintoretto
Me il gruppo di mendichi a destra, pur seguendo principalmente,
zione nel resto del quadro, gli esempi di Jacopo Bassano, da cui trae,
i tarda non solo tipi quali il vecchio Sacerdote e l’imperatore col suo
aguzzo profilo, ma anche una costante ricerca ritrattistica e
Il per- l'introduzione di svariati motivi di natura morta: armature,
Ore, nel vasi, oggetti vari sparsi nei vuoti, senza la naturalezza delle cose
crepi gettate da Jacopo Bassano ne’ suoi quadri come fonti di luce
dio, nel e parti essenziali delle scene. Nell’imitazione di Paolo Piazza,
manto esse perdono la vita che loro dava il maestro per scendere al li-
le una vello di esercizio scolastico meccanicamente eseguito, senza
pallore l’aiuto di una vivace sensibilità pittorica. La stessa impronta
di laboriosa fatica e di scarsa sensibilità si scorge in tutta la
1VOriO composizione arida, compassata, equilibrata. Anche il colore è
sul volto arido, nelle carni rossastre, e crudo è il contorno delle figure
PDCI secche, come ritagliate in grosso cartone .?
mai 1 Nacque a Castelfranco nel 1557; e fu seguace dei Bassano. Circa il 1603 vestì l’abito
sere dei Cappuccini e prese il nome di Fra’ Cosimo. Fu in Germania alla ‘(Corte di Rodolfo II,
“olor a Roma e in Umbria tra il 1608 e il 1616; figura nella Fraglia pittorica dal 1594 al 1596.
; Morì nel 1621.
ME 2 Altra sua opera firmata in Venezia è la Predica di San Paolo nella stessa chiesa di
ni 1 San Paolo. Dipinse, a chiaroscuro, nella chiesa del Redentore, La Vergine fra Santi, supplicata
dal Doge e dalla Signoria per la liberazione di Venezia dalla peste, cercando chiassosi effetti
Piet col soldatone, il vessillo ad arrotolato cartiglio, la gran croce curiosamente trasversa sul
i cielo. Eseguì inoltre nella stessa chiesa figure monotone di Sibille, Dottori, Profeti, Evange-
i listi a chiaroscuro, che simulano, con effetto di gusto assai dubbio, le statue destinate alle
nitide nicchie del Palladio, scavate nel vivo del muro.
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