veduti anch’essi di sbieco, così che la luce, entrando dall’arcata
aperta nel fondo a sinistra, scivoli sulle sporgenze e s’addentri
nei cavi. La bianca tovaglia e il piano marmoreo della sala rac-
colgono il maggior lume; e l’addensarsi degli Apostoli intorno
alla mensa ravviva con l’ombra l’intensità e la mobilità dei ri-
flessi sulle superfici polite dei marmi, delle carni, dei drappi.
È una luce limpida e fluida, che tutto avvolge, e che s’ac-
corda con la morbidezza delle accarezzate superfici, dove è forse
ancora qualche reminiscenza del Correggio, visibile, anche tra-
verso il tipo tizianesco, nei molli contorni del Cristo e nei linea-
menti convessi di San Matteo in ascolto dell’angelo. La testa
dell’apostolo sul margine a destra, col volto in ombra e il gran
cespuglio della barba e dei capelli spumanti di luce, è la più vi-
vida nota pittorica del quadro, ove gli influssi del Veronese, del
Pordenone, e quelli indeboliti del Correggio, si raccolgono in un
insieme ben composto, ma troppo accarezzato e calmo, di troppo
untuosa maniera, perchè possa sentirvisi qualcosa di più che la
virtuosità del pittore e il giusto occhio dell’architetto.
Più aspro, e anche più forte, appare Matteo Ingoli nella Na-
tività di Maria (fig. 98), dipinta per la chiesa di San Sebastiano
in Venezia, ove i tipi delle ancelle, le vesti di broccato, le
chiome a cincinni alluminati, palesan l'influsso dei seguaci di
Paolo Veronese. Ma il senso costruttivo, chiaramente plastico,
che s’afferma nei gruppi staccati con durezza dall’ombra, porta
naturalmente l’Ingoli verso un tintorettismo alla maniera del
Palma Giovine, visibile nelle carni brunite e nelle vesti di tono
spento di San Gioacchino e delle figurine attorno al letto. Ru-
vidi sono i tipi delle figure, marcati d’ombra, plebei; ma la distri-
buzione dei gruppi nello spazio largo e ben definito, e la costru-
zione di ciascuno di essi e della salda immagine di San Gioac-
chino, rivelano l’architetto, il sicuro compositore di ritmi spa-
ziali. La scena si svolge in larghezza; appena, dietro il gruppo
piramidale delle donne, un interno di cucina quasi bassanesco
introduce un suggerimento di profondità. Anche il colore acquista
significato costruttivo nelle mani del pittore architetto: rubeo
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