SANTE PERANDA.
1566 — Nasce in Venezia Sante Peranda. Fanciullo, viene po-
sto dal padre ad apprender l’arte presso Leonardo Corona,
e poi presso il Palma (RIDOLFI).
1592 — Al seguito dell’ambasciatore veneto Marino Grimani,
Sante Peranda va a Roma, poi a Loreto. Di lì torna nuova-
mente a Roma, dove si trattiene qualche tempo, « ritraendo
il cartone di Michel’Angelo, le statue e altre pitture... ». Dopo
due anni era tornato a Venezia, poichè nel 1594 è ricordato
nel registro della scuola dei pittori.
1609, 5 febbraio — È alla Mirandola al servizio di Alessandro
Pico, insieme con il figlio Michelangelo e lo scolaro Matteo
Ponzone. In quella corte, e nell’altra del duca di Modena,
sì trattenne quasi ininterrottamente per diciotto anni.
1627 — Il pittore lascia la corte della Mirandola per tornare
definitivamente a Venezia.
1638 — Sante Peranda muore in Venezia e viene sepolto nella
chiesa dei Tolentini (RIPoLFI).
(Per le particolari notizie sul soggiorno alla Mirandola e
sull’attività del pittore per i Pico e gli Estensi cfr. A. VEN-
TURI, La R. Galleria Estense di Modena, ivi, 1S8S2).
* O *
In gara con il suo maestro Jacopo Palma il Giovane, Sante
Peranda, nella chiesa di San Bartolommeo a Venezia, dipinse
per la Compagnia del Sacramento la vasta tela della Raccolta
della manna, evidente imitazione di macchine tintorettesche fal-
sate da un rassodarsi di forme che distrugge l’effetto luministico,
e dall’accademismo di alcune figure, ad esempio l’Ercole semi-
nudo in primo piano, a destra. L’elemento centrale dello spet-
tacolo tintorettesco, la luce, non obbedisce al seguace manierista.
Anche l’altra composizione dipinta dal Peranda per questa
chiesa: la Visita della Vergine a Santa Elisabetta, è tutta incer-
tezze nel fare tintorettesco. La tonalità del quadro è monotona:
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