Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

ANTONIO: FOLER 
Affine per superfici vitrose ai dipinti del Peranda è la pala 
del Martirio di Santo Stefano (fig. 162) nella chiesa veneziana 
dedicata al Santo, opera di Antonio Foler. Anche questo pit- 
tore cerca l’effetto scenografico nel brulichìo di macchiette 
lontane e nel frastaglio degli edifici sul cielo caliginoso, dietro 
il gruppo a croce dei manigoldi e del Martire, informato a un 
i superficiale veronesianismo, come l’altro dell’Eterno e del Cristo. 
Scarso di abilità, Antonio Foler deforma i turgidi lineamenti 
del Santo nel tentativo di scorcio; disegna di maniera le figurine 
in distanza; si muove goffamente tra le aggrovigliate linee della 
composizione, ma sa trovare qualche nota preziosa nella gamma 
del colore bassa, spenta, di un veronesianismo intristito. Fsempio 
di notevole virtuosità cromatica è la dalmatica di Santo Stefano, 
di un rosso appannato, con gradazioni quasi miniaturistiche 
d’oro pallido nei ricami, di madreperla e d’azzurro scialbo nel 
monogramma e nelle figure dell’Annunciata e dell’Angelo. È 
questa l’opera migliore di Antonio Foler, debole comparsa nel 
mondo manieristico veneziano. 
1 Nato circa il 1529, nominato nella Fraglia Pittorica dal 1590 al 1612, 
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