ANTONIO GANDINO.
1550, circa — Data probabile della nascita del pittore. Al dire
del Cozzando, che gli era coetaneo, ebbe a maestro Paolo
Veronese (FENAROLI).
1609 — Dipinge la Purificazione per Santa Maria delle Grazie.
1630, 17 luglio — Muore nel suo casino ai Ronchi vicino a Bre-
scia (FENAROLI).
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L’attestazione del Cozzando, coetaneo ad Antonio Gandino,
che lo dichiarava scolaro del Veronese, non ha conferma nella
pala d’altare della prima cappella a destra di San Nazaro a Bre-
scia, ove, a un San Rocco di stampo morettesco, incrudito da note
squillanti di colore e da contorni marcati, forma cornice una
serie di quadretti con scenette della sua vita, opericciole di sin-
golare finezza pittorica per gradazione di penombre e di fioche
lumeggiature. Qualche traccia di manierismi alla veneta può
scorgersi in certi allungamenti di forme, ma l’intonazione cro-
matica e la compostezza lombarda delle scene son propri di
buon pittore operante nella cerchia del Moretto.
Qualche influsso veronesiano può invece scorgersi nella De-
posizione dell’Oratorio dell’Orfanotrofio di Brescia, anche tra-
verso il deperimento deplorevole del quadro. La composizione
grandiosa ricorda, oltre il Moretto, le Pietà del Gambara e del
Bagnadore; e morettesca è la figura di San Giovanni, tesa, col
volto sollevato al cielo, acuito da spasimo. Come nel quadro di
San Rocco, non mancano manifestazioni di violenza cromatica, ad
esempio il manto rosso fuoco di uno dei pietosi che reggon la salma
di Cristo, simile al rosso che fiammeggia nelle vesti di San Rocco
a San Nazaro. Soltanto la delicatezza perlacea della figura di
Santa Maddalena, con la fronte e la mano madide di luce e il volto
chino in ombra trasparente e rosata, lascia scorgere, anche nell’o-
pera di questo notevole manierista bresciano, l’estendersi del do-
minio pittorico di Paolo Veronese da Venezia al confine lombardo.
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