Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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scenografico ampio, profondo, straricco di ornamenti lombarde- 
schi. Perno della composizione è l’angelo con cero, che, nono- 
stante le forme incrudite e cartacee, lascia scorgere, nel taglio 
angolare, l’imitazione di capricci romanineschi. Ma il composi- 
tore ha saputo con arte innestare la figura a tutto il movimento 
scenografico dell’ambiente. 
Nella decorazione complessa della volta e del presbiterio, il 
Marone perde equilibrio nell’accostarsi a Giulio Romano e ai 
Campi; si fa sgangherato nella ricerca di movimento non sor- 
retto dall’abitudine dello scorcio, e cade nella peggior maniera, 
con qualche bella e ardita eccezione, ad esempio nel gruppo ir- 
ruente di San Luca e il toro (fig. 205). Reminiscenze di Cremona 
e del Soiaro appaiono nel fregio di putti, con drappi e festoni, 
ricco, festoso, multicolore, e nelle candelabre dei pilastri su fondo 
oro pallido. 
Notevoli, anche per ampli ariosi fondi scenografici, sono gli af- 
freschi sulle pareti del presbiterio, raffiguranti la Caduta della 
Manna e il Sacrificio di Melchisedec (fig. 206), in note di colore 
preziose e chiare, vibranti di una sottile luminosità argentina. 
30;
	        
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