Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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G&. PAOLO È FRANCESCO CAVAGNA ?t. 
G. Paolo Cavagna, fecondo e ineguale pittore bergamasco, 
è ben rappresentato nella Pinacoteca dell’Accademia Carrara 
da una grande pala raffigurante la Madonna che dà il cinto a un 
Santo monaco, tra due gruppi di committenti (fig. 212). Dipinte 
di maniera le sacre figure, la Madonnina giovinetta in veste 
rosa vivo, gli angioli alla Salmeggia, il pittore, seguace del Mo- 
roni, ma anche volto agli esempi di Paolo Veronese e dei Bas- 
sano, spiega le sue migliori qualità nei gruppi di ritratti, ove 
par di vedere un Moroni più morbido, più rorido, volto alle forme 
pittoriche dei Bassano. Il gruppo delle donne sorprende per la 
sua freschezza cromatica: luci di cristallo s’accendono sugli 
orli dei veli; i nastri cremosi si sfioccano sulla chiara biondezza 
delle capigliature, sulle vesti ove ridon gli azzurri, i rossi di vel- 
luto, i gialli aurati, i limpidi verdi. Alle carni muliebri, rosate, 
contrastano le carni illividite degli uomini, con superfici lucenti 
e vitrose, ove il Cavagna spiega la sua virtuosità pittorica in 
sottigliezze luministiche, quali il trasparir di un volto di gen- 
tiluomo traverso la penombra argentata del piviale del Santo .* 
Lo studio dai grandi maestri veneti si fa più chiaro nelle 
vaste composizioni ®, eseguite da G. P. Cavagna insieme con il 
figlio Francesco, per il presbiterio di $an Martino a ‘Treviglio, 
1 Gio. Paolo Cavagna nacque in Bergamo nel 1556, morì nel 1626. Fu per breve tempo 
nel 1576, a Venezia; dipinse nel 1591 l’ancona dell’Oratorio di San Rocco, nel 1595 la Bi- 
blioteca degli Agostiniani a Cremona, nel 1597 e nel 1601-1603 in San Martino di Treviglio, 
nel 1615 la cupola di Santa Maria a Bergamo, nel 1621 la grande ancona in San Benedetto 
di questa città. Cfr. TAsst, Vite de’ Pittori Bergamaschi, 1793; LOCATELLI, Illustri Berga- 
maschi, 1867; Arch. St. dell’ Arte, Serie II, vol. II e Ill. 
Francesco Cavagna, figlio di Gio. Paolo, nel 1601-1603 lavorò col padre in $. Martino 
di Treviglio. Era già morto nel 1630. 
2 Alla più scadente maniera del Cavagna appartiene invece la pala d’altare con la 
Madonna e il Bambino tra Sanii e devoti, in proprietà del Comune di Bergamo; ma bene 
dimostra il venezianismo del pittore nelle due figure dei committenti, che paion ritagliate 
da qualche quadro di secondario manierista veneziano o dei vicentini Maganza, € nella fi- 
guretta veronesiana dell’adolescente, dipinta con finezza sul fondo argentino del camice 
di Santo Stefano. 11 gruppo della Madonna con Gesù in gloria è invece di origine lottesca. 
31 due pittori vi lavoravano nel 1601.
	        
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