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ne ha così alterato i colori che solo si può considerare il meccanico
schema messo a guida di una farragine di personaggi schiavi a
leggi di simmetria.
Il pittore aveva guardato alla Disputa del Sacramento di
Raffaello, ma popolando, moltiplicando, assiepando figure, tolse
ogni respiro di spazio, male pensando che la grandiosità potesse
nascere dall’affollamento, l’effetto dal risonar del numero. Dal
Quattrocento in poi, la scena della Pentecoste mostrava la Ver-
gine elevata sul coro degli Apostoli; e solo qualche maestro,
come l’Angelico, aveva fatto giungere alla porta dell’emiciclo
qualche rappresentante dei popoli della terra. Qui par che, rotti,
superati gli ostacoli, s’ingurgiti la fiumana di gente accorsa allo
scoppiar dei razzi, al cader delle fiammelle. Al coro sacro che
sente piover la grazia celeste, arder sul capo la fiammella dello
Spirito Santo, succede il rumore della folla orante, sorpresa,
incantata. Il coro della Vergine e degli Apostoli, chiuso nella
contemplazione di Dio, si muta in coro universale.
Il mondo romano aggrandì così Ja concezione compositiva
del Muziano; lo condusse alla teatralità. Il « giovane dei Paesi »
aveva portato un po’ di frescura nel solleone dell’arte romana
cinquecentesca; ma presto i suoi paesi si fecero, per la commi-
stione di rovine e di tempietti, più scenografici. Profondi, sui
cieli temporaleschi, apparvero prima che i fiamminghi diffon-
dessero l’amore al paesaggio in sè, e soddisfecero all’ambiente
romano, che voleva lontani, immensi gli sfondi; Pieter Breughel,
nel suo viaggio in Italia, studiò, copiò disegni del Muziano, e
Paolo Brill, nel compiere il paese del quadro con San Girolamo
e San Romualdo a Santa Maria degli Angeli, seguì con devota
cura le tracce del maestro. Carel van Mander, che soggiornò a
Roma nel biennio 1575-1576, loda il Muziano per la grandiosità
sicura e splendente del paesaggio, per la disposizione delle di-
stanze, per la piacevolezza e beltà dei tronchi, dei rami e delle
fronde degli alberi e dei prediletti castagneti.
Come già Sebastiano del Piombo, il Muziano cercò un com-
promesso tra l’arte veneta e la romana; ma eran più pure le