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esotiche la stanca maniera lombarda. Anche l’orchestra di suo-
natrici in corsa, nell’altro sportello, fra gruppi di spettatori, de-
riva dai Procaccini l’incomposta vivacità dell’effetto (fig. 289).
Ne deriva un movimento di pieghe arruffate e sventolanti, dove
la calligrafia lombarda si sbizzarrisce in effetti scapigliati, senza
rinunciare per questo ai più comuni motivi accademici: a di-
segnar, ad esempio, sotto i veli della suonatrice che apre il corteo,
le gambe appiattite, di un contorno così debole e incerto da
apparire ben inadatto puntello alla forma pesante. Ma nonostante
le bizzarrie di mal gusto, è raggiunto, col fiammeo serpeggiar
delle linee e delle luci, l’effetto pittoresco, che si ravviva nella
grande figura di donna seduta in primo piano, da tergo, in posa
tortile, col volto in un’ombra diradata da bagliori, veramente
procaccinesca, e con un elmo corrusco di trecce e rasi lucenti.
Un putto occhieggia distro le spalle della madre seduta, e il
tipo correggesco, con la vivacità propria dei Procaccini, appare
nelle curve del visetto paffuto. Nè certo il Lomazzo ha insegnato
a far zampillare dall’ombra l’argento di un nastro e di una piuma,
come si vede nel giovinetto a sinistra, nè a dipingere, con im-
pasto quasi carraccesco, la barba, i capelli, la fronte viscida,
del vecchio seduto in primo piano, o ad accennare pittoresca-
mente, con qualche rapido bagliore, la figuretta del bimbo in
piedi presso la donna seduta da tergo.
Poco può distinguersi dell’ Assunta, dipinta all’interno di
uno degli sportelli, dietro gli strati di polvere accumulati dal
tempo. Ma quel che si scorge della Vergine in gloria e dell’occhio
di luce che sfonda la pesante cortina di nuvole, dimostra come
il seguace dei Campi e dei Lomazzo abbia cercato forme nuove
negli esempi dei Procaccini. Di lui, che ebbe buona fama d’ar-
chitetto, altra pittura non ricorda la fonte contemporanea del
Morigia. 1!
1 Catalogo delle opere: |
Milano, Duomo: Ante dell’organo dalla parte del Vangelo con la Natività e l’ Ascensione
della Vergine, e al di fuori con Re David festeggiante dinanzi all’ Arca. (11 Meda è citato
con diversi altri come autore dei disegni per le imagini degli arcivescovi milanesi che
si vedono nelle spalliere degli stalli del coro del secondo ordine).
VENTURI, Storia dell’Arte Italiana, IX, 7.
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