Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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161 — Secondo il FRIZZI, sarebbe stata «mandata sull’altare 
GIN nel I611 » la tela della Vergine in gloria tra i Ss. Ambrogio e 
Geminiano in Duomo. 
I6I2, 23 novembre — Ludovico Ronchi scrive, da Modena, al 
Marchese Fèrrante Bentivoglio, perchè si adoperi «che sia 
solecitato il quadretto, che per sua molta bontà si è degnata 
inni e dieci di farmi fare dallo Scarsellino ». 
RALDI), Lor: 1614 — Gli muoiono il padre e il nonno: compera per loro una 
ei Ferraresi sepoltura nella Chiesa di $S. Maria di Bocche. Subito dopo 
Ava (SUO dipinge per questa Chiesa, senza voler essere pagato, un qua- 
titorno varie dro della Vergine e vari quadretti intorno ad un’opera del 
fe Panetti, e una Trinità. 
) in Ferrata, I0I5, 5 giugno — Luigi Rossetti scrive al Conte Giustiniano 
{adi per la Masdoni: «$. Alt. desidera di fare un quadro della Mad. 
Santiss. per una cappellina con un Santo Gioseffo, una Santa 
i Cappuccini Barbara, et un S$. Carlo et ordina che S. V. ne parli per sua 
co jo: allego parte col pittore Scarsellino pregandolo istantemente che per 
| far particolar piacere all’A.S. si contenti di farlo quanto 
Cra Ora prima dei più bei colori e vaghi che sia possibile ». 
Diamanti, pa I6I5, 27 ottobre — Lo Scarsellino promette di dar compiuta 
sedi Modena. l’opera entro breve tempo. Il quadro si trova ora alla Pina- 
tengo Piton coteca di Dresda. 
nola del coro I6I5 — Va a Venezia e copia le Quattro Stagioni del Bassano 
è paolo di in modo che le copie furono da molti stimate originali e a 
stento Leandro Bassano s’accorse dell’errore, senza però 
ta fitere di essere in grado d’indicare il nome dell’autore. Presto deve 
o far ritorno in patria, chiamatovi da urgenti affari; ma prima 
a Roggali di partire compie a Venezia parecchie opere. 
I6I16 — Dipinge in quest’anno, su commissione di un personag- 
TTI gio della famiglia Sacrati, un quadro di S. Carlo Borromeo 
gi “pa per la Chiesa di $. Domenico. 
von è cifata 1617, 3 dicembre — Ippolito fa dono al nipote Francesco di un 
si nel 1880 piccolo credito che egli aveva rispetto al conte Giglioli per 
, villa del quadri fattigli. L’atto di tale donazione fu rogato dal notaio 
Cesare Cataneo nelle stanze del Palazzo Estense, dove lo 
Scarsellino teneva scuola. 
VENTURI, Storia dell’ Arte Italiana, IX, 7.
	        
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