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tura degli scomparti del palazzo dei Diamanti resta inferiore
al compagno Gaspare Venturini!, che rappresentò Vulcano in
un ottagono (fig. 450): forte figura annicchiata, con le gambe
accavallate, la testa sulle braccia a cerchio; nella destra, un
martello. Siede su blocchi di nubi verdazzurre, sul fondo bleu
di cielo vespertino. Sul piede, sui muscoli gonfi, possenti, corron
guizzi di luce. Vi domina lo spirito eroico proprio a certi brani
accademici dei Carracci, ma con una potenza di scorcio della
forma che par ricordare il ‘Tibaldi: solo nel manto rosso-viola
può scorgersi affinità con lo Scarsellino, che nulla ha della pos-
sanza sculturale del compagno.
La personalità dello Scarsellino, appare più schietta, non carica
di elementi estranei, nel quadro della Galleria estense a Modena,
con la Natività di Gesù, che si vede adorato da angioli, mentre
in alto, da un balcone di nuvole, dietro una ghirlanda angelica,
s’affaccia l’Eterno. Il modellato è vacuo e lieve; il grigio domina,
un grigio vaporoso e tenero. La morbida figura dell’angelo bian-
covestito in primo piano, con manto verdeoro spento, con ali
cineree screziate di rosso viola, par derivi dal Palma Giovane,
pur serbando lo sgranato correggesco. Til cielo è di un azzurro
vespertino; il colore, per lo sparir della luce, s’abbassa di tono;
fioca e quasi monocroma è la tinta delle carni; di un bianco
piombifero il velo del Bambino, dove il pittore simula, su-
perficialmente, le variazioni luminose dei Bassano e del Palma
Giovane.
In un altro quadro della stessa Galleria, con la Natività
della Vergine (n. 155), la composizione, ondeggiante alla cor-
reggesca, non è troppo equilibrata, come anche il colore, nei
suoi rapporti dominanti d’azzurro e di viola. La servente che
prepara il bagno, e che è il brano coloristico migliore del quadro,
negli accordi di un giallo macero con un viola argento e un bianco
grigio assai morbido, lascia scorgere qualche ricordo del Palma
1 11 nome di Gaspare Venturini si legge nell’Apparato degli uomini illustri del Superbi;
ma il Baruffaldi scoprì ch'egli dipingeva nel Palazzo Bentivoglio l’anno 1589. Ora si sa
che nel 1593 (anno della sua morte) dipinse per gli sfondi dei cassettoni di soffitti nel Pa-
lazzo dei Diamanti (A. VENTURI, La Galleria Estense, 1882).