Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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tura degli scomparti del palazzo dei Diamanti resta inferiore 
al compagno Gaspare Venturini!, che rappresentò Vulcano in 
un ottagono (fig. 450): forte figura annicchiata, con le gambe 
accavallate, la testa sulle braccia a cerchio; nella destra, un 
martello. Siede su blocchi di nubi verdazzurre, sul fondo bleu 
di cielo vespertino. Sul piede, sui muscoli gonfi, possenti, corron 
guizzi di luce. Vi domina lo spirito eroico proprio a certi brani 
accademici dei Carracci, ma con una potenza di scorcio della 
forma che par ricordare il ‘Tibaldi: solo nel manto rosso-viola 
può scorgersi affinità con lo Scarsellino, che nulla ha della pos- 
sanza sculturale del compagno. 
La personalità dello Scarsellino, appare più schietta, non carica 
di elementi estranei, nel quadro della Galleria estense a Modena, 
con la Natività di Gesù, che si vede adorato da angioli, mentre 
in alto, da un balcone di nuvole, dietro una ghirlanda angelica, 
s’affaccia l’Eterno. Il modellato è vacuo e lieve; il grigio domina, 
un grigio vaporoso e tenero. La morbida figura dell’angelo bian- 
covestito in primo piano, con manto verdeoro spento, con ali 
cineree screziate di rosso viola, par derivi dal Palma Giovane, 
pur serbando lo sgranato correggesco. Til cielo è di un azzurro 
vespertino; il colore, per lo sparir della luce, s’abbassa di tono; 
fioca e quasi monocroma è la tinta delle carni; di un bianco 
piombifero il velo del Bambino, dove il pittore simula, su- 
perficialmente, le variazioni luminose dei Bassano e del Palma 
Giovane. 
In un altro quadro della stessa Galleria, con la Natività 
della Vergine (n. 155), la composizione, ondeggiante alla cor- 
reggesca, non è troppo equilibrata, come anche il colore, nei 
suoi rapporti dominanti d’azzurro e di viola. La servente che 
prepara il bagno, e che è il brano coloristico migliore del quadro, 
negli accordi di un giallo macero con un viola argento e un bianco 
grigio assai morbido, lascia scorgere qualche ricordo del Palma 
1 11 nome di Gaspare Venturini si legge nell’Apparato degli uomini illustri del Superbi; 
ma il Baruffaldi scoprì ch'egli dipingeva nel Palazzo Bentivoglio l’anno 1589. Ora si sa 
che nel 1593 (anno della sua morte) dipinse per gli sfondi dei cassettoni di soffitti nel Pa- 
lazzo dei Diamanti (A. VENTURI, La Galleria Estense, 1882).
	        
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