Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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di Cristo, velato d’ombre viola, nel bianco argentino del manto 
di uno degli Apostoli, in certe note di violetto, di verde olivo, 
di giallo lucente. La policromia del quadro, intonata alle note 
predilette da Perin del Vaga, è più chiara e festosa che nella 
Resurrezione, e trova il suo vertice sonoro nella nota squillante 
di un rosso. 
11 ricordo della Trasfigurazione di Raffaello è evidente, ma 
il Cambiaso ne sconvolge l’armonia con gli eccessi di un movi- 
mento sgangherato sino alla goffaggine. 
Di questa tendenza agli effetti iperbolici di movimento ricor- 
diamo un esempio tipico: gli affreschi nelle sale superiori di Pa- 
lazzo Spinola, ora della Prefettura Genovese. 
Più che gli schemi dei giganti di Perin del Vaga, allungati 
fuor di misura, sembra che il chiaroscuro violento e lo schemati- 
smo delle forme di Domenico Beccafumi, ad esempio negli in- 
tarsi marmorei per il pavimento di Siena, abbiano, insieme con 
l’impeto dell’effetto formale e dinamico di Antonio da Porde- 
none, ispirato Luca, autore degli affreschi raffiguranti Apollo che 
julmina i Greci (fig. 456) e l’Amazonomachia. Come inebriato 
dall’importanza dell’opera e dalla libertà dell’affresco, il giovane 
pittore non scorge più limiti al grandeggiar mostruoso dei corpi: 
aggloba muscoli formidabili fuor d’ogni apparenza umana; 
foggia ad enorme palla il torso ipertrofico di Apollo saettatore; 
mostra allungata come in uno specchio convesso la mascella ferina 
di un gigante proteso a sostener un morto: fa del michelangio- 
lismo tra grottesco e macabro nel furore creativo. Dimentica 
in quella rumorosa ansia d’effetti la più elementare disciplina di 
proporzioni: la volta delle sale par s’abbassi, si schiacci, opprima 
chi la guarda, sotto quel crollo di masse giganti, abbozzate da 
una mano forte e maldestra. Nell’Amazonomachia (fig. 457), il 
gruppo dei cavalli e dei cavalieri lascia scorgere il tentativo di 
tradurre in volumi iperbolici un motivo del cartone di Leonardo 
per la Battaglia d’ Anghiari, mentre nella figura di Fiume, schiac- 
ciata contro terra, con l’urna riversa, s'imprime il ricordo del 
Beccafumi, e quello di Michelangelo, con i suoi Patriarchi della
	        
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