Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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i da pae La sola opera di Federico Baroccio che serbi chiare impronte 
i pe dell’insegnamento di G. B. Franco è la S. Cecilia del Duomo di 
| Urbino (fig. 486), tratta non dal quadro di Raffaello, ma dalla 
HO ge an stampa ricavatane per Marcantonio Raimondi. Le immagini di 
stucco colorato, allungate sui moduli del manierista veneto, 
nulla riflettono della statuaria imponenza della pala composta 
dal Sanzio, e al tutto si perde, in quel fiacco ondeggiar delle 
forme effeminate, la perfezione architettonica dell’esemplare 
raffaellesco. È un esordio artistico meschino, incerto, rivela- 
: tore di superficiali tendenze calligrafiche, tra molli sfumature 
LO Green. di tinta. 
ein Dal 1555 al 1557 il Baroccio fu per la prima volta in Roma, 
N RR ove studiò le opere di Raffaello, come dimostra una debole e in- 
Futa di decisa copia a matita di un particolare della Disputa del Sacra- 
in l'Annun mento, in un foglio ora agli Uffizi; e al suo ritorno, nel 1557, di- 
pinse la pala di S. Sebastiano per il Duomo di Urbino (fig. 487). 
Sansoni, 1881 UGOLINI, Storia dei Conti e Duchi d’ Urbino, Barocci, notizie, vol. II, p. 491, Firenze, Graz- 
vÀio ima: zini, Giannini e C.; G. CAMPORI, Lettere artistiche inedite, p. 79-144, Modena, 1366; Mons. 
pi Scullori dd Ar- AUGUSTO VERNARECCI, Diz. biog. degli Uomini ill. di Fossombrone, Fossombr., Monacelli, 
did DA, 1872; ANTONIO BERTOLOTTI, Artisti Urbinati in Roma prima del sec. XVIII, p. 22, Ur- 
pipendì bino, 1881; GUALTIERO GRoSssI, Lettere inedite di F. B. (per nozze Vaccai-Gennari), Stab. 
STOVANNI Tip. Federici, Pesaro, 1883; CAN. AURELIO ZONGHI, Gesù Cristo portato al sepolcro, quadro 
sorio XIII in tela di F. B. nella chiesa della Croce in Senigallia, p. 16, Fano, Tip. Sonciniana, 1884; 
o BOTTE Notizie di F. B., in Nuova Rivista Misena, II1, p. 48; 1V, p. 36-38; V, p. 83; VIII, p. 122, 
Ls Periodico Marchigiano, Arcevia Castelplanio, 1888; SILVIO ZANDRINO, Sulla pretesa rivendi- 
i cazione del quadro della B. Vergine del Barocci, esistente nella Chiesa di S. Francesco in Cagli, 
i i Roma, Berbero, 1891, in 44 p.; I tesori d’arte rapiti dalla Santa Casa di Loreto nel 1797, in 
Doc Nuova Rivista Misena, V, 1892; FEDERICO MADPIAI, Libri, quadri, opere d’arte tolte dal Pa- 
i lazzo Albani di Urbino negli anni 1797, 1798, in Nuova Rivista Misena, VIII, 1895, p. 122; 
Li I ANDREA LAZZARI, Memorie di F. B., Urbino, 1896; E. CALZINI, Per Federico Barocci, in 
E + Witay Rass. Bibl., 1898, p. 103-8; GRIGIONI € CASTELLANI, Documenti relativi a F. B., in Rass. 
; LÉ Bibl., II, p. 255, 258, 1899; E. $CATASSA, Il Crocifisso del B. dipinto per la Compagnia della 
i SNSi Morte in Urbino, in Rass. Bibl. 111, 1900, p. 78; E. SCAtAsSsSA, Documenti, in Rass. Bibl., 
St a e IV, 1901, p. 129-31; ID., Per la patria di F. B., in Le Marche, Fano, giugno 1901; GIULIO 
n CANTALAMESSA, F. Barocci in Rass. Bibl. IV, 1901, p. 81; A. ANSELMI, Un quadro del Ro- 
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22 nov. 1905; FRIEDLAENDER, in THIEME-BECKER, Kunstler-Lexicon, II, Lipsia, 1908; 
ì è A. ALIPPI, Alcune notizie relative a F. B. in Rass. Bibl. dell’ Arte It., XII, p. 73, Ed. Ascoli 
I Piceno, 1909, Tip. Cesari; WALTER BOMBE, F. B. e un suo scolaro a Perugia, Ed. Perugia, 
O OSS i Bartelli e Comp., 1909 (20 pag.); FiILtPpo DI PIETRO, Un dis. del B. all’ Albertina già attri- 
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