Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 3)

90 LL — SCULTURA VENETA VERSO LA FINE DEL ’500 
Pose la firma sotto le statue di prigioni-cariatidi (fig. 65) verso 
la porta, impostate nell’atteggiamento angolare già adottato dal 
Cattaneo per il San Girolamo nell’organo di San Salvatore, e confono 
alle vivezze cromatiche cercate dal Vittoria nel marmo 1 Tali 
figure s’appuntano di spigolo verso una parete della nicchia animata 
dalle pieghe seriche di una cortina e dall’obliqua di due grandi faci 
riverse; nel movimento concorde escon dall’ombra alla luce che al- 
leggerisce le forme giganti, effetto non inteso dal collaboratore nel 
gruppo di schiavi a riscontro, dove non è più sentito neppure il mi- 
rabile motivo architettonico ottenuto dal Vittoria mediante drappi, 
faci, catene (fig. 67). Dallo stesso lato sorge sopra un piedistallo la 
statua di Teti, studiata sopra un canone di manieristiche eleganze 
in contrasto con le carni avvizzite di tin volto senile ricercato dat- 
l’insistenza determinatrice dello scalpello di Alessandro Vittoria. Al 
vertice del monumento, sopra l’obelisco a gradi di marmo nero, dal 
piedistallo di un globo, la statua gigante della Fama, sull’aureo 
scudo delle ali ripiegate, è issata come labaro trionfale. In questa 
fredda e tornita figura, il Vittoria pone il vertice architettonico 
della marmorea piramide. 
Sei anni dopo aver eseguito il patetico rilievo della Pretà nella 
lunetta della sansovinesca tomba Venier in San Salvatore di Venezia, 
traduzione pittorica del gruppo giovanile di Michelangiolo con l’ag- 
giunta di due oranti, il Doge e San Francesco (fig. 68), nel 1563, lo 
scultore s’appresta a formar le statue per l’altare da lui eretto in 
una cappella della chiesa di San Francesco della Vigna (fig. 69). 
Opera del Vittoria è anche l’altare che le racchiude, grande trit- 
tico a scomparti avvicinati, come compressi nel senso della lar- 
ghezza e divisi da colonne sporgenti, con altissimi pulvini. Lo scom- 
parto mediano, a profondo sguscio, è sormontato da un timpano 
su due pilastrini, prolungamento della nicchia di Sant’Antonio Abate. 
L’effetto ornamentale si raccoglie nella base, tutta spezzati e sinuosi 
profili, pretesto a sbalzi di luce e d’ombre, di gusto prebarocco. 
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appoggio al braccio della maestosa figura, l’ispirazione diretta del San Girolamo di 
Danese Cattaneo nella base dell’organo di San Salvatore a Venezia. Ma importa ve- 
dere come il Vittoria, traducendo il notevole modello, gareggi in scioltezza pittorica 
con le argentine figure di Paolo Caliari.
	        
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