Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 3)

212 I. — SCULTURA VENETA VERSO LA FINE DEL 500 
(fig. 160) per il monumento funebre nella chiesa dei Santi Giovanni 
e Paolo, timida semplice figura tra le elaborate eleganze delle statue 
allegoriche di Danese. Venezia armata, con la metallica affilatezza 
delle sagome e l’ornamento superbo, par metta nell’ombra il vegliardo 
umile, pio, su cui anche le suntuose vesti di broccato e d’ermellino 
si stringono, si smorzano, come paurose di sfarzo: La piecola testa, 
tormentata da uno scalpello ancora inesperto, ha un'espressione 
quasi belliniana di bontà mite, e a quest’espressione s’accorda l’at- 
teggiamento delle braccia aperte, accoglienti, di tutto il busto che 
lievemente si china come a salutare il popolo, delle esili spalle sotto 
l’accarezzato mantello. Lo studio dal vero è attento nei lineamenti 
della testina ossuta, soprattutto nella bocca sottile, arida; ma anche 
la nota realistica è attenuata, ingentilita, e come esitante, lontana 
delle accentuazioni del Vittoria. Lo scultore ventenne si è posto al- 
l’opera con tutta la cura dell’esordiente che affronta il suo primo 
importante lavoro, non senza meticolosità e pesantezza nel rendere 
i fioroni del broccato e le grinze del volto avvizzito, dei lineamenti 
sfaccettati: la grande statua sembra piccina per le sue proporzioni 
esili, timide; il modellato, debole e lieve, s’accorda con la velata uma- 
nità dell'immagine, che subito ci presenta il Campagna nei caratteri 
della sua arte quieta e dolce e nella sua predilezione per l’effetto pit- 
torico lieve, delicato, ottenuto qui con il contrasto fra i lineamenti 
sfaccettati e il morbido lume del manto dogale. 
Il 17 dicembre 1573 veniva stabilito nei registri di pagamento 
della basilica di Sant'Antonio a Padova un compenso al Campagna 
« per sua condotta de far il quadro e sue prospettive juxta la con- 
dotta di mess. Danese de Catanei dell’anno 1572, 27 xbre», e cioè 
per il rilievo, nella cappella del Santo, raffigurante il miracolo della 
resurrezione di un giovane (fig. 161), del tutto eseguito, sopra un 
disegno di Danese, dallo scolaro, la cui firma si legge nel centro della 
scena, sul giaciglio del giovane risorgente. Finita nel 1577, la com- 
posizione del Santo è opera faticata, ineguale, che ci mostra il Cam- 
pagna inesperto del bassorilievo, goffo nei profili di cartapesta delle 
figure in distanza. Lo studio di modelli lombardeschi è chiaro in 
questi profili come nella testa di donna dietro Sant’Antonio, coro- 
nata di riccioli, mentre nei ritratti di gentiluomini, soprattutto nel 
personaggio seduto a sinistra, si stampa l’impronta di Danese. Im-
	        
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