Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 3)

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EN ZEN 
GIULIO DEL MORO 
1555 — Nasce a Verona, da Battista dell’Agnolo detto del Moro. La 
data si desume dall’anagrafe di San Giovanni in Valle, del 1557, che 
indica Giulio come di due anni di età. 
1584 — È nominato per la prima volta nella Fraglia dei pittori di Venezia. 
1615 — Ultimo suo ricordo nella Fraglia suddetta. 
I618, 4 settembre. — È ricordato come autore delle statue dei Santi Giorgio 
e Stefano per la facciata della chiesa di San Giorgio, in un contratto 
per le altre statue. 
Eclettico manierista in pittura, oscillante di continuo fra il lec- 
cato accademismo dell’Incontro fra il Doge Ziani e il Pontefice, sulle 
pareti della Sala del Maggior Consiglio, e l’enfasi teatrale della Presa 
di Caffa nella sala dello Scrutinio, Giulio del Moro passa, nelle sue 
sculture, dal più gelido classicismo a retorica enfasi. Gli ultimi Lom- 
bardo, il suo conterraneo Campagna, soprattutto il Vittoria, sono i 
suoi modelli, visti con occhio di arido manierista. Nelle statue dei 
Santi Lorenzo e Girolamo (fig. 205), entro nicchie del monumento 
: Priuli in San Salvatore, disegnato dall’architetto Cesare Franco, 
ci presenta compressi entro schemi accademici gli appassionati 
modelli del Vittoria. San Lorenzo, nerboruto, gonfio di cosce e di 
fianchi, in posa michelangiolesca, deriva con ogni probabilità da un 
à oa modello del Vittoria ricordato anche dal Campagna nel serico San 
= Lorenzo del suo tardo tabernacolo per la chiesa omonima in Venezia; 
artistici San Girolamo non è estraneo ai giganti vittorieschi con la gran barba 
mosaica, ma, senza più il movimento tortile e le sue conseguenze 
pittoriche, prende legnosa durezza, quale si vede nelle figure dei 
cardinali della famiglia Cornaro (fig. 206), distese sui sarcofagi del 
monumento in San Salvatore, con volti corrugati, cupi, mani noc-
	        
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