376 I. — SCULTURA VENETA VERSO LA FINE DEL ‘500
Paolina e per l’altare ad essa dedicato (fig. 301). "Tre angioletti formosi
poggiano sul timpano (fig. 302), uno in piedi, al vertice, gli altri due
con un ginocchio piegato sopra un cumulo di nubi. ‘Tutti guardano
in giù verso l’altare, l’angiolo mediano in discesa sopra un piano
obliquo, con il diadema della Vergine tra le mani, gli altri in gesto
adorante. Si muovono liberi nell’aria, padroni dello spazio, sicuri
nei gesti, non immemori di Padova e di Donatello nelle forme er-
culee, benchè lievi, senza peso. Le capigliature fiammeggianti del
Mariani intreccian corone come di rovi alla testa dell’angiolo mediano;
e il sole accende bagliori nell’ombra, dà colore e vita ai tre farfalloni,
così leggermente librati sulla centina dell’altare, corruschi nell’ombra.
Altri due grandi angioli, seduti sui frammenti del timpano inferiore
spezzato, guardano al rilievo del Maderno, raffigurante San Gregorio
che traccia nella neve i fondamenti della basilica di Santa Maria
Maggiore (fig. 303). Più che seduti son librati nell’aria, poggiati con
una mano al timpano, pendula una gamba dalle cornici, sicuri del
movimento, alati nella posa (fig. 304). Il bronzo prende tepore di
velluto nelle carni del petto, sfumate con sensuale morbidezza, con
molli trapassi di luce, a contrasto col lampeggiar del volto nell’ombra;
e tutto è splendore nelle due magnifiche immagini, la corona delle
capigliature, come di vive aspidi, le ali come arpe vibranti al tocco
di brevi luci, la seta corrusca del manto che libero sventola all’aria,
lasciando apparire fra le acute vertebre delle pieghe la calda bel-
lezza del nudo agile, gagliardo, leggiero. Con queste immagini tutte
vita e fulgore, ebbe termine l’opera di Camillo Mariani, che infuse nelle
sue figure l’anelito di una spiritualità ardente e profonda, e trasmise
l'eredità veneta di Alessandro Vittoria a Francesco Mochi* per il
suo volo ardito verso la piena libertà pittorica del Seicento. Solo
l'esempio del Maestro vicentino ci spiega l’artistica parentela tra il
fibero slancio Verticale. dell'Assunta modellata dal Vittoria per la
scuola di San Fantino e il tortile slancio dell’angiolo d’Orvieto o la
costruzione incanalata della stupenda Santa Susanna nella chiesa di
Sant’Andrea, tutta cascate di luce tra diafane ombre. Per il tramite
di Camillo Mariani, romantico spirito nella fucina scultoria romana
del tardo Cinquecento, la tradizione pittorica di Venezia raggiunse
con i suoi fulgori il genio toscano di Francesco Mochi e l’impressio-
nabile tempra di Pietro Bernini.