626 IL. — SCULTURA LOMBARDA VERSO LA FINE FEL ‘500
nel gruppo della Carità (fig. 509), condotto con maggiore facilità e
morbidezza, ma con una concisione plastica così propria del Cam-
biaso da renderci convinti che la bella statua derivi da un di-
segno di questo pittore. Le altre due figure, della Religione e della
Prudenza, anch'esse massicce, son inferiori alle due qui riprodotte,
che ci mostrano ben distinta l’impronta stilistica di Luca Cam-
piaso. ! « Dicono », scrive il Soprani, « che finita l’opera (la Fede),
gettò via gli scalpelli, dicendo che erano di loro più teneri e più leg- El
geri i pennelli; et ad ogni modo non mancò talora di ripigliarli, e NI
principalmente quando di tondo rilievo fece al signor Battista della
‘Torte un Bacco grande quanto la metà del naturale, con un grappolo
d’uva in mano, et sua tigre alli piedi: squisito lavoro, di incensura-
bile..... Non solo maneggiand’egli i ferri con le proprie mani immotr-
pidiva la durezza de’ marmi: ma col consiglio regolava le opere di
molti degli scultori. »
1Cfr. RAFFAELE SOPRANI, Le Vite de’ pittori, scultori et architetti genovesi, Ge-
nova, 1674, pp. 44-45, nella « Vita di Luca Cambiaso, scultore ».