I. — DANESE CATTANEO 35
Esempio notevolissimo dell’ultimo stile di Danese, piuttosto
ispirato, in questa figura, dall’Ammannati a Padova che dal San-
sovino maestro, è la statua di Venezia (fig. 27), forbita e rigida nel
guanto della corazza, tutta tesa nel suo slancio di metallica agrette,
che culmina sulle punte della corona regale. Il profilo tagliente,
aguzzo (fig. 28), sembra anch'esso battuto nel metallo per la sua
vibrante affilatezza paragonabile all’incisivo disegno di Francesco
Salviati. Ritratto parlante è il volto della donna con le ironiche
labbra, i lineamenti nervosi, l’orecchio quasi modellato a sbalzo,
la fiuida capigliatura adorna di monili, diademi, pendule ciocche,
dal gusto di un raffinato decadente toscano. Con questa figura, che ci
mostra il Cattaneo sostanzialmente fedele, pur tra gli influssi veneti,
alla sua prima educazione toscana, si chiude in Venezia l’attività
dello scultor carrarese, ammirato, quale autore del poema « l’Amor
di Marfisa», da Bernardo e Torquato Tasso, adulato dall’Aretino,
che, mentre gli chiede di vedere il busto del Bembo, si mostra deside-
roso di aver da lui lettura di « alcuna di quelle composizioni, con lo
stilo delle quali vi gite accostando più al Petrarca e a Dante, che
molti professori dello intagliare non si discostano da Michel Agnolo
e da Jacopo ».