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Due scultori, noti come orafi principi, furono Manno fiorentino e
Andrea Gentili da Faenza, per arte toscano, entrambi al servizio
del Cardinale Alessandro Farnese. Del primo! si sa che, venuto
0 ae nell’anno 1529, durante l’assedio di Firenze, Giorgio Vasari a Pisa,
si trattenne nella bottega di lui e vi ebbe rifugio per quattro
iN mesi. Del maestro tuttavia il Vasari poco parla: ci narra che di
A Francesco de’ $alviati fu « grandissimo amico Manno fiorentino ore-
relle Vir fice in Roma, uomo raro nel suo esercizio, ed ottimo per costumi
MARA e bontà; e perchè egli è carico di famiglia, se Francesco avesse po-
tuto disporre del suo, e non avesse spese tutte le sue fatiche in
uffici per lasciarli al papa, e arebbe fatto gran parte a questo uomo
E da bene e artefice eccellente ». La sola opera alla quale il Manno ha
i fora + Ecco gli scarsi regesti dell’orafo:
gita I510 — Ne è ignota la famiglia e l’anno di nascita; quest’ultimo sembra però debba
porsi circa il 1510, poichè dai pochi cenni che ne dà il Vasari par ch’egli fosse
| coetaneo del biografo.
LN 1529 — Manno lascia Firenze assediata dalle truppe di Carlo V, e insieme al Vasari
dio ripara in Pisa (Vasari, Vita del Salviati).
ARE 1538 — Annibal Caro invita l’orefice a legargli in oro un cammeo. (Lettere inedite
a di Annibal Caro, pubblicate da P. Mazzucchelli).
ion 1548 — Da una lettera scritta nel 1558 al cardinale Alessandro Farnese, si ricava
che la famosa cassetta d’argento farnesiana, ora nel Museo Nazionale di Napoli,
era stata iniziata in quest’anno. È probabile l’ipotesi del De Rinaldis, secondo la
quale la cassetta doveva essere destinata a contenere qualche libro prezioso; lo
dimostrerebbe la figurazione ch’è nel fondo, dove Alessandro ripone in un cofano
i poemi d’Omero.
1556, 7 novembre — Manno scrive da Roma al Cardinal Farnese, supplicandolo di
fargli avere il compenso di due bacini e di due boccali d’argento, e insieme di
lasciargli finire la cassetta (RONCHINI, Manno orefice fiorentino, Modena, 1873),
1561, 28 giugno — La cassetta d’argento è finalmente terminata, e Manno scrive al
cardinale supplicandolo per il compenso, e dichiarandosi pronto a por mano al
lavoro di una croce e di due candelieri (RONCHINI, op. cit).
1571 — Manno scrive al Cardinale pregandolo di fargli ottenere un chiericato in San
Pietro per un suo figliuolo; è l’ultima notizia che si ha dell’oreficie (RONCHINI,
op. cit.).