140 TI. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
fece voto di recarsi pellegrino alla chiesa del Santo, appena recupe-
rata la salute. Guarito, il Re sciolse il voto, e lasciò alla chiesa il
ricordo della propria magnificenza.
Le grottesche della cappella di Sant'Antonio de Castanheira
sono molto simili a quelle della Porta Speciosa di Coimbra sovrap-
posta alla costruzione originaria più antica: il primo ordine della
porta è un grandioso arco trionfale, con i pilastri arricchiti da can-
delabre, con teste sporgenti dai cerchi, come medaglioni, nei pen-
nacchi, e con la trabeazione ornatissima; il secondo ordine è una
loggia con colonne corinzie, balaustre tra piedistallo e piedistallo
delle colonne, pilastri scanalati dalle parti; il terzo ordine consta
d’una edicola tripartita, nel centro della quale stava originariamente
la Visitazione, nelle parti laterali due angioli. Andrea Sansovino
con questa costruzione s’avvicinò al gusto portoghese immaginoso,
pieno di pompa, allo stile manuelino diffuso durante il regno di Don
Manuel (1495-1521), stile, che, secondo Jaquim de Vasconcellos,
«non ha altro scopo se non quello di colpire la fantasia, ma rivela
l’ignoranza assoluta delle leggi costruttive e decorative e non ha
neppur l’ombra d’un legame organico. Il risultato fu fatalmente
un naturalismo senza legge, né freno, in cui la fantasia, il capriccio,
il casaccio si sovrappongono a tutte le regole dell’arte ».
Ma questa severa condanna non poteva applicarsi alla superba
Porta Speciosa della Cattedrale di Coimbra, coperta di lussureggiante
decorazione italiana, eredità lasciata da Andrea Sansovino e dai
suoi aiuti ai maestri francesi e spagnuoli, che, giunti in Lusitania,
abbandonarono lo stile gotico fiorito, e ascoltarono il verbo della
italiana rinascita.
Un disegno di Andrea Sansovino, supposto per il mausoleo del
principe Don Alfonso, si trova nella R. Galleria degli Uffizî (fig. 124),
quello stesso che Padre Resta in una sua lettera a Giuseppe Ghezzi
ricordò come «il disegno d’un sepolcro in grande per il Re di Porto-
gallo del Sansovino vecchio » !. Nel disegno, il mausoleo è composto
come poi furono gli altri dei cardinali Sforza e Basso; ma mentre
1 Un finissimo conoscitore dell’arte fiorentina, il MIDELDORE (Rivista d'Arte, n. 3
luglio-settembre, 1934), suppone che il disegno appartenga agli anni fiorentini di
Jacopo Sansovino, e quindi che il Vasari, raccoglitore del disegno, abbia confuso
Jacopo con Andrea. A noi sembra che il disegno abbia tante connessioni con l’opera
di Andrea da non potere in alcun modo accreditarlo a lacopo.