2002 1. = ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
degli archi; le otto finestre del tamburo rispondono alla divisione in
otto parti del cerchio e agli otto lacunari della cupola. il prisma
dell’altare si ripete nelle basi sottoposte alle piramidi: bilancio di
vuoti e di pieni, simmetria di linee che si rispecchiano da parete a
parete, con infinita morbidezza. Si piegano pilastri, si frangono cor-
nici, s'aprono come ali, per lo slancio delle acute punte, i curvilinei
trapezi dei pennacchi: sale di grado in grado il diapason delle voci
Fig. 182 — Firenze, Gabinetto di stampe e disegni.
Disegno del monumento sepolcrale di Agostino Chigi, della piramide, e della cupola.
(Fot. della Soprintendenza all’Arte in Firenze).
dal basso, dove le interruzioni della linea son lente e soffocate, verso
la cupola sonora per gli squilli dell’oro; il frastaglio delle masse negli
angoli attenua il geometrico rigore caro ai Quattrocentisti, esprime
un più libero e molle ritmo.
Quest’ammorbidirsi delle linee, questo fluttuar di linee e di
penombre negli angoli, riposa sopra un principio pittorico, come la
vicenda di bianche cornici e marmi colorati, pietrasanta rossiccio e
giallo antico: vicenda diffusa poi, con grande pompa policromica,
nei monumenti del tardo Cinquecento. L'’intensa colorazione musiva
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