4. — RAFFAELLO 213
della vòlta voleva echi entro il vano della cappella; perciò il bronzo
S’insinua nel sepolcro di Agostino, s'inserisce nel sarcofago con la
lastra della « Samaritana al pozzo », ora paliotto all’altare della cap-
pella; tra le cornici di giallo antico, la classica piramide si riveste
di marmo di pietrasanta; lo specchio scuro maculato delle pareti è
riquadrato da zone rosse; i pilastri binati dell’arco d’entrata s’allac-
ciano, sui fondi di marmi rossi e gialli, per zone di bianca pietra.
Fig. 183 — Firenze, Gabinetto di stampe e disegni.
Disegno della pianta, della trabeazione, d’una nicchia della cappella.
(Fot. della Soprintendenza all’Arte in Firenze).
fo VIS Classica la costruzione del monumento funebre: Raffaello,
so egli studioso di Roma antica, sovrappose al sarcofago un obelisco matr-
hi esprime moreo, sul quale si vedono ancor oggi le tracce dell’antica tabella.
Quattro statue di profeti abitano le quattro nicchie degli angoli,
pedi poco profonde perchè le sculture emergano alla luce; le ombre calano
pn lievi sulla testa china del Giona, disegnato da Raffaello, efebo bel-
ip lissimo che riflette negli occhi assorti la luce di sogno propria alle
creature dell’Urbinate. È messo di sbieco entro la nicchia poco
A profonda, con la base formata dal pistrice su cui il giovinetto posa,
re