Full text: Architettura del Cinquecento (11, Parte 1)

2/70 I. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO 
1544 — Costruisce la propria casa in Mantova. Il D’ARrco dice di ricavar 
questa data dall’architetto Pozzo, che nel secolo scorso restaurò la casa. 
1546, 23 gennaio — Data del disegno di Giulio per la facciata di San 
Petronio di Bologna. Dalla fabbrica della chiesa gli furono pagati 
quel giorno 100 scudi d’oro. 
1546, 23 ottobre — Fa testamento. 
1546, 19° novembre — Muore. « Perdessimo », scrive il Card. Ercole Gon- 
zaga a Don Ferrante suo fratello, «il nostro Giulio Romano con tanto 
mio dispiacere che in vero pare d’haver perduta la mano destra »* 
Ira le opere d'architettura di Giulio Romano in Roma?, è 
indicata la continuazione a Raffaello nel costruire Villa Madama, 
dove può vedersi il discepolo primo dell’Urbinate nella parte del 
Casino con le finestre a croce, e le finestrine sopra riquadrature 
a leggieri incassi. Un aspetto di massività, di proporzioni tarchiate, 
di schema alquanto meccanico, ha quest’architettura di Giulio, che, 
in villa Lante, invece, sul colle gianicolense (figg. 237-239), par trovi 
slancio costruendone la parte che guarda in giù, agli orti e ai giar- 
dini fioriti. La massività, che potrebbe notarsi nella facciata, nel- 
l’ordine inferiore e nella trabeazione stretta, con breve fregio, non 
si nota nella parte superiore, ove le finestre s’aprono tra bassi pila- 
strini ionici. Alle finestre furon sovrapposte finestrine nell’ ultimo 
ordine, così come, nei fianchi, l’apertura delle porte fu soverchiata 
da altra lunga apertura rettangolare. ‘Troppi fori, che poi si chiu- 
1 Bibliografia: VASARI G., in Le Vite, ed. Sansoni, 1880, V; BALpPINUCCI È., 
Notizie, 1769: MiLiztA F., Memorie degli Architetti, Bassano, 1785; D’Arco C., 
Istoria della Vita e delle Opere di Giulio Pippi Romano, 1842; PatrICOLO A., Guida 
del Palazzo Ducale di Mantova, Mantova, 1908; Carrer, P., Giulio Romano ai servigi 
di Federico II Gonzaga, in Atti e Memorie della R. Accademia Virgiliana di Mantova, 
ivi, 1920; Luzio A., La Galleria di Gonzaga venduta all’ Inghilterra, Milano, 1813; 
INTRA G. B., Lorenzo Lionbyruno e Giulio Romano, in Arch. stor. lomb., 1887, p. 568; 
DAVARI S., Descrizione dello storico palazzo del Te, 1904; GAYE G., Carteggio inedito 
di artisti italiani dei secoli XIV, XV, XVI, Firenze, 1840, vol. Il; PATRICOLO A, 
La palazzina della Paleologa e i Gabinetti d’Isabella d’Este, Mantova, 1899; CAMPORI 
G., Artisti italiani e stranieri negli stati estensi, Modena, 1855. 
2 Il VAasAaRrI ricorda una costruzione di Giulio Romano non più esistente, alcune 
stanze presso la porta del Vaticano, « dove stanno a sonare i trombetti quando i Car- 
dinali vanno a Concistoro ». Furon fatte per Giovan Matteo Giberti, allora datario 
del papa, e poi arcivescovo di Verona. Vi era « una salita di comodissime scale, che 
si possono salire a cavallo o a piedi » 
e te st
	        
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