504 I. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
San Marcello, come provano i disegni rimasti, e aperse, in San
Giacomo degli Spagnoli, la nobilissima cappella del Cardinale Al-
borense (fig. 544) !. In essa abbiamo un esempio tra i più tipici di
quella inscindibile unità di struttura che è propria dell’arte sangal-
lesca. Ogni parte è collegata così che le sagome delle basi di pilastri
si continuino nel massiccio parapetto della cappella (fig. 545); an-
che tra lesena e lesena, le cornici delle basi continuano lungo le pa-
reti, nello zoccolo che forma dorsale ai sedili, i quali a lor volta sono
prolungamento del parapetto e dei piedistalli di pilastri (figg. 546-547).
Dal robusto sedile sorgono le mirabili lesene che tripartiscono le
pareti laterali, incorniciando gli affreschi di Pellegrino da Modena,
e nella parete di fondo inquadrano l’altare fiancheggiato da colonne
scanalate (fig. 548). Ogni particolare della cappella, sopra la base
severa dello zoccolo, fiorisce d’eleganza fiorentina: l’altare semplice,
aulico, nella serena armonia delle sue proporzioni, i fusti delle co-
lonne e dei pilastri, a scanalature staccate per larghi decisi inter-
valli, con la chiarezza di determinazione che è lineamento incon-
fondibile dell’arte di Antonio il Giovane, e che giunge al massimo
nel passaggio fra il terzo inferiore pieno e i due terzi superiori a sca-
nalature profonde: passaggio segnato da sezioni oblique che prendon
luce dall’alto, traendone limpidità cristallina. Sotto gli abachi alati,
sboccia il floreale rigoglio dei capitelli corinzi (fig. 549), con fo-
glie sottili, cesellate, staccate per squadri profondi, frementi alla
luce, e, al disopra, la primavera par costelli di margherite la volta
come prato fiorito (fig. 550).
Non si deve inoltre dimenticare l’opera, certo importante, data
dal Sangallo alla costruzione di Villa Madama. Non solo i disegni
rimangono ad attestarla, ma molte parti della fabbrica stessa. Tra
i disegni è un grande piano completo della villa (fig. 551), che risponde
in molte parti ad essa quale oggi la vediamo, e se anche fu com
messo all’architetto da Raffaello, largo contributo il genio del San-
gallo dovette portare alla vastità e bellezza del concetto arckhitet-
tonico. alla chiarezza della distribuzione. Piccola parte ebbero certo,
1 Portò anche, nell’interno della chiesa, modificazioni cui si riferiscono vari di
segni agli Uffizi, e cioè: un piano generale dell’edificio con la nota «a S. Jacomo delli
Spagnioli in Roma », una sezione della cappella principale interna, con la nota « per
riformarla »: il profilo della cornice e dell’architrave « del tabernacholo di S. Jachomo >».