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GIO. FRANCESCO RUSTICI?
Il Vasari lo vanta come architetto, benchè di lui ricordi sol-
tanto l’architettura della cena per la Compagnia del Paiuolo, che,
in virtù di macchine nascoste, fu ben servita alla stessa compagnia
annidata entro un enorme paiolo. Tuttavia, pensando al cortile della
villa da lui adorna con i tondi figurati, si può supporre che l’orna-
tore abbia ideato l’incorniciamento architettonico, o almeno com-
preso l’effetto che doveva venire alla sua architettura pittorica dal-
l’incasso dei tondetti fra le pareti graffite del fregio, sopra i penrnac-
chi pure graffiti. Sulle colonne composite giran gli archi e su questi
si stende, alquanto distaccato, l’architrave sottostante al fregio
con gl’incassi dei tondi. Sull’asse delle chiavi d’arcate è il diametro
dei tondi e la linea mediana delle finestre soprastanti, fiancheggiate
da colonnine, le quali, incassate per metà nella parete, cadon sul-
l’asse delle colonne del portico (fig. 861). Ne risulta un effetto di
colore, una festosa introduzione alla villa Salviati, ora Turri, forse
dovuta all’artista misterioso Gian Francesco Rustici. Ancora le altre
parti di essa han forme che si distaccano dalle consuete del tempo
riflettendo una speciale ricerca pittcrica consona all’opera del Ru-
stici, scultore che agli effetti pittorici, auspice Leonardo da Vinci,
tendeva con l’arte sua.