Full text: Architettura del Cinquecento (11, Parte 3)

2. — ANDREA MORONI dI 
cora riecheggiante delle grazie classiche del Falconetto e di Alvise 
Cornaro, così da persuaderci che tanto essa, quanto i chiostri che 
l’allacciano, siano architettura di Andrea Moroni. Il chiostro mag- 
giore (fig. 66), semplice, puro, con i pilastri delle arcate innalzati da 
un parapetto ornato da teoria di quadrelli, quali piacque usare ad 
Andrea Moroni, è un capolavoro per la sua ariosità, per l’innalzarsi 
delle sue vele, per il silenzio di pace in quell’ordine ritmico, per il 
dolce respiro anelante d’arcata ad arcata, su quel campo del riposo, 
dell'eterna pace. Un altro chiostro minore (fig. 67), anteriormente 
eseguito, tutto alla rustica, con colonne doriche ad anella, arcate 
nimbate dai conci tra le pareti a scacchi, è di una grandezza rusti- 
cana e forte sotto la teoria di mensole reggenti il cornicione. Così 
prodigò ancora Andrea Morcni l’arte sua a Padova, adorna dal Fal- 
conetto e da Alvise Cornaro. Non ebbe il loro umanesimo, ma più 
dette di vita nuova alla pietra. 
Andrea da Valle, cui attribuirono i chiostri. Glieli attribuì il MoscHETTI nel suo 
libro su « Padova >», pubblicato dalle Arti Grafiche di Bergamo, dal LORENZETTI nello 
studio sopra citato, sul cortile dell’Università. 
VENTURI, Storia dell’Arte Italiana, XI. >
	        
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