Full text: Architettura del Cinquecento (11, Parte 3)

4% IL. = ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO 
gli intercolunni tra cappella e cappella, altre ancora nel tamburo 
della cupola (fig. 452); e tutti quei cavi che dalle pareti delle navate 
e dal cuore del tempio salgono verso il suo vertice dàn respiro alla 
pietra, variazioni di luce, che si continuano nella profondità delle 
vòlte, nella conca del presbiterio e delle cappelle absidali, nella su- 
perba cupola, di grado in grado componendo la scala della luce. In 
doppio grado elevate, le cornici degli archi di vòlta sulla crociera 
s’accordano col loro impeto al coro d’apostoli nelle nicchie del tam- 
buro, al grido d’osanna della cupola. Tutto è tagliato con rigore, 
in questo tempio dal Palladio prediletto (fig. 453): ! nicchie e basi, 
fusti di colonne e pilastri, balaustre e dentelli: nessun rilievo altera 
la tersa superfice del fregio, che tra le cornici di pietra grigia ha per 
solo ornamento il chiarore della sua bianca cintura. Il Palladio, 
che ambiva per i templi materiale prezioso: «si faranno di materia 
eccellentissima, et della più preciosa; acioche con la forma, con gli 
ornamenti, et con la materia si onori quanto più si può la Divinità »°, 
qui, richiesto «d’una semplice composizione, quale si conviene ad 
una chiesa divota », si accontenta di terracotta e di pietra d’Istria, 
raggiungendo con l'alternanza del materiale, arricchita di varia- 
zioni dal gioco delle luci, un insieme di perfetta bellezza, di maestà 
regalmente adorna. Solo nel coro la povertà francescana ® si rifugia, in 
contrasto di romantico effetto con la superba corona di colonne 
che cinge il presbiterio. 
Grandi colonne a due a due procedono, alberate eccelse. Si 
protendono verso la crociera, ne restringon l'ingresso, reggon la tra- 
beazione che serra tra le sporgenti cornici la curva degli archi d’im- 
posta alla cupola, svelano, tra gli alti fusti, dietro lo sfarzo dell’al- 
tare, la luce rosata che dalle basse finestre s’innalza, nell’umile coro 
francescano, come chiarore d’aurora. Sopra la maestà della trabea- 
zione che tutto il tempio incorona, s’apron, nei tre lunettoni della 
navata maggiore (fig. 454), finestre a lunetta divise da puntelli di 
muro in tre parti, e le vele d'imposta sopra i lunettoni s’incuneano, 
+ Come già ricordammo, Antonio da Ponte ne diresse la costruzione. 
2 Libro LV, cap. IP. 4. 
* In una lettera a Giulio Capra, il Palladio scrive: « perchè questa chiesa deve 
essere ufficiata da Cappuccini et mi fu ordinato di farla divota, ho divisato che il 
coro dietro lo sfondo. che forma la testa della croce, sia di umile struttura ». 
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