I. — GIO. MARIA FALCONETTO E ALVISE CORNARO 23
Minuto di grande cammeo: capolavoro di morbidezza pittorica e di melo-
dico ritmo. !
RI Nel Monte di Pietà in piazza del Duomo, nelle sei prime campate
n che lo congiungono all’arco Vallaresso (figg. 16-17), non nelle succes-
Pr x ii
Fig. 16 — Padova, Monte di Pietà. Falconetto: Sei prime campate.
(Fot. Fiorentini).
uns sive, eseguite con diligente imitazione nel Seicento, Gio. Maria Falco-
te. ue netto ripete semplificato, disadorno, umiliato, il piano superiore della
1 pitture loggia Cornaro, e, invece della festa che il rombo d’ali della Vittoria
impre apporta nel mezzo di quella loggia, qui è Cristo morto retto da angioli,
tate, CÉ- a bassorilievo, sotto un baldacchino, da altri angioli sollevato, nel
Marzo 1 Che agli stucchi desse opera Gian Maria Falconetto può supporsi, pensando
hanno che a quell’arte, secondo la tradizione, si dedicò in altro luogo, e che ad essa si de-
e ps dicarono i due figli Provolo ed Ottaviano. Anche il suo genero fu maestro nell’arte
putiCE degli stucchi. Niuno potrà riconoscere Domenico Campagnola e Girolamo del Santo
aa indicati dal Michiel: essi lavorarono probabilmente nella casina, oggi distrutta, al
ina lato opposto di quella descritta,
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