Full text: Architettura del Cinquecento (11, Parte 3)

34 III. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO | 
torie possono essere state eseguite dagli stuccatori stessi che obbe- 
dirono al Falconetto, ma egli li strinse a mover le figure, tanto nella 
loggia Cornaro, come sull’arcone del palazzo del Capitano, con arte 
finissima: le due Vittorie sull'arco Cornaro arrivano con impeto, 
ripiegan l’ali, volgendosi al loro punto di partenza, piegano un gi- 
nocchio all’incontro dell’arco su cui si posano, acclamanti, invase da 
ardore. Le altre due sulla torre dell’Orologio volano, si distendono 
così che i loro corpi si adattino alla curva dell’arco, mentre le Vit- 
torie ad Este stanno sull’arco a disagio; e la testa a chiave dell’arco 
stesso vi è impiombata, mentre il Falconetto applica le sue teste a 
mensolette, e quando non le applica ad esse, le incastona al centro 
dell’arco, che ingioiellano e avvivano. Anche i pilastrini compositi 
ai lati delle nicchiette hanno i capitelli con volute un po’ grandi, così 
da formare la loro testa grossa, senza quella delicatissima misura, 
per cui nulla parte eccede e tutto insieme si raccoglie e si ordina 
unito. L’arco d’Este fu eretto con tutta probabilità da Alvise Cornaro, 
e metteva al palazzo con il teatro dove j1 Ruzzante, suo protetto, 
quando veniva con lui sull’amena collina, dopo le caccie, recitava. È 
probabile che Alvise Cornaro abbia fatto da sè, senza l’aiuto del 
Falconetto. 
anto basta a farci credere che analogie dell’arco di villa Ben- 
venuti ad Este con gli arconi delle porte padovane del Falconetto 
e con la loggia Cornaro presso il Santo, possan essere proprie dell’edi- 
ficio costruito da Alvise Cornaro, anzi la sua impronta classica può 
dare argomento per attribuirlo al fervido umanista. 
A Campagna Lupia, presso Dolo, era una gran casa colonica con 
portico a diciassette arcate !, sotto le quali la fabbrica si divideva 
in tre corpi separati da due scale che mettevano ai oranai, e nei 
luoghi terreni si avevano stanze per coloni, stalle per bovini, per ca- 
valli e per altra sorta d’animali. Il prospetto del portico era a bu- 
gnato. Fu costruito dal Cornaro durante la sua amministrazione di 
Campagna per il vescovado di Padova. 
Il bugnato sui pilastroni era segnato in righe sempre maggiori, 
piegate in giù al disopra degli archi, come spalle sovrapposte salienti 
1 È andata distrutta in parte da un incendio, durante la guerra mondiale, e l’altra 
parte fu distrutta e accumulata alle rovine del fuoco. Si può avere una piccola idea 
della fabbrica da una illustrazione del LOvARINI, in Arch. Storico dell’arte, cit., 1809.
	        
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