Object: La scultura del Cinquecento (10, Parte 2)

I. — GIOVANNI ANGIOLO MONTORSOLI :9 
nella chioma, lascia distinguere l’arte del Montorsoli nel braccio e 
nella mano che preme ferrea la bocca del delfino, nella testa del 
pesce, di esasperata vitalità, nello scavo energico delle code attorci- 
gliate. La forza realistica, l’impeto barocco del creatore delle fonti 
messinesi, del satiro suonatore nel monumento Sannazzaro, dell’altro 
sdraiato della raccolta Barberini, trovan qui slancio nel tritone, che 
sghignazzando afferra il mostro marino. 
Fig. 103 — Genova, Palazzo Doria, (atrio). Montorsoli: Lastra decorativa. 
(Fot. S$ciutto). 
Ancora a Genova, nella Cattedrale di San Lorenzo, motivi 
barocchi, simili ad altri della chiesa di San Matteo, s’innestano alla 
incorniciatura delle nicchie sulle pareti del presbiterio, cui certo non 
fu estraneo il Montorsoli. La mensola che ne sostiene la base mostra 
un adattamento di motivi michelangioleschi ai modi pittorici del 
Toscano, e anche la sua frequente mancanza d’accordi, di giustezza 
nei rapporti tra gli elementi decorativi. Allo slancio della nicchia 
rettangolare s’adatta la statua di San Giovanni Evangelista estesa in 
lunghezza, col busto un pò indietreggiante, il mento sporgente sotto 
la tunica a pieghe aderenti. La testa secca, barbata, con occhi cavi, 
rammenta il Mosè di Michelangelo, la cui fulminea energia si muta 
VENTURI, Storia dell’ Arte Italiana, X, 2 
TI2:
	        
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